La Finanza sta passando “al setaccio” tutti i possibili elementi per ricostruire la controversa vicenda della “dona<ione” dei camici in Lombardia. I finanzieri del Nucleo speciale di Polizia valutaria, che fino a tarda notte si sono trattenuti a perquisire la sede della società varesina di cui è titolare Andrea Dini, cognato del governatore lombardo Attilio Fontana, ieri hanno sequestrato a fini probatori anche il cellulare dello stesso Dini – presente durante la perquisizione – e la documentazione amministrativa necessaria per tracciare tutte le fasi dell’ordine dei camici, comprese le fatture e le bolle emesse nei confronti della Dama dalle ditte fornitrici del tessuto certificato Ce utilizzato per realizzare gli indumenti e dai laboratori esterni che hanno materialmente confezionato i capi.
I 25mila camici sequestrati nella notte, provvisoriamente stoccati in un magazzino delle Fiamme gialle milanesi, secondo la difesa di Dini la Dama non avrebbe cercato di rivenderli a prezzo maggiorato a una clinica del Varesotto, come invece ricostruito dagli inquirenti. I pezzi mai fatti pervenire ad Aria si trovavano ancora nella sede della società proprio perché erano stati tenuti fermi nell’eventualità che la Regione poi li richiedesse in quanto parte dell’ordine iniziale.
Photo by William Hook