«È una sentenza di grande rilevanza, costituzionale ed europea, che dovrebbe indurre le amministrazioni pubbliche a considerare con la dovuta attenzione i provvedimenti che riguardano gli animali». Così l’avvocato Giuseppe Calamo, dello Studio Curtis Mallet Prevost Colt & Mosle LL, che ha seguito il ricorso ad adiuvandum presentato da Enpa, Leal, Leidaa, Lndc, Oipa, e Tda, commenta la sentenza di 49 pagine, pubblicata oggi, che annulla l’ordine di abbattimento dei circa 140 suidi ospitati nella struttura alle porte di Roma “in quanto illegittimo per contraddittorietà, difetto di istruttoria e difetto di motivazione”. Lo stesso vale, precisa il Collegio, per il parere del Ministero della Salute e del Commissario straordinario alla peste suina africana.
Calamo, che rappresenta le associazioni nella controversia tra l’Asl Roma 1 e la titolare della Sfattoria degli ultimi, sottolinea due aspetti della decisione. «Innanzitutto», osserva, «è stato considerato illegittimo un ordine di abbattimento indiscriminato, perché l’autorità competente avrebbe dovuto previamente valutare la possibilità di riconoscere alla struttura una deroga giustificata dal fatto di essere ”rifugio per animali in difficoltà”, tenendo anche conto dell’”elevato valore culturale o educativo” di cui parla l’articolo 13 del regolamento delegato UE 2020/687. L’altro aspetto, ancora più importante, è la considerazione riservata, nel modo più forte finora espresso, al dettato del nuovo art. 9 della Costituzione, che tutela l’ambiente e gli animali, e si affianca alle disposizioni dell’art.13 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Attraverso l’attività di salvataggio e cura degli animali in difficoltà, la Sfattoria educa al valore del rispetto verso gli animali stessi, ora formalmente riconosciuto anche dalla Carta fondamentale».

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