Nella dieta del cane il segreto della sua evoluzione con l’uomo

22 Luglio 2022
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Durante l’Olocene medio, la maggior parte dei cani era gia’ molto piu’ piccola dei lupi, il che ha portato la specie a cacciare prede piu’ piccole e a fare affidamento sulla ricerca di cibo. A questa conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, condotto dagli scienziati dell’Universita’ di Alberta, dell’Universita’ di Leicester, dell’Universita’ di Saskatchewan, della Trent University, della Irkutsk State University e della Altai State University. Il team, guidato da Robert Losey, ha analizzato antichi resti animali recuperati in Siberia. I ricercatori hanno eseguito analisi degli isotopi di carbonio e azoto, scoprendo che i cani siberiani hanno iniziato a diversificare le loro diete gia’ 7.400 anni fa. Quando i cani si sono integrati nelle comunita’ umane, spiegano gli autori, hanno iniziato a nutrirsi degli avanzi e dei prodotti offerti dalle popolazioni umane, il che ha contribuito ad alterare il loro microbioma intestinale, le loro condizioni di salute generale e il loro comportamento.

“Alcuni di questi adattamenti – afferma Losey – hanno aiutato i nostri amici a quattro zampe a eccellere in attivita’ come la caccia, la pastorizia e il traino delle slitte. Altre abitudini, invece, si sono rivelate dannose”. Precedenti ricerche sull’evoluzione della dieta del cane si sono concentrate principalmente sull’alimentazione dei cani a seguito della domesticazione. In questo studio, invece, gli esperti hanno inizialmente stimato le masse corporee di lupi e cani del Pleistocene e dell’Olocene in tutta Europa e in Alaska. Successivamente, i ricercatori hanno misurato le composizioni di isotopi stabili per 143 cani e 8 lupi da 35 siti archeologici siberiani dell’Olocene, risalenti a un arco di tempo compreso tra novemila e cinquecento anni fa. Molti di questi esemplari, riportano gli esperti, sono entrati a contatto con gli esseri umani. Questo lavoro, concludono gli autori, evidenzia che l’evoluzione dei cani e’ direttamente collegata alla diversificazione nella loro alimentazione e alla maggiore esposizione a determinati microbi e agenti patogeni derivati dalle relazioni con gli esseri umani.

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