Terzo valico ferroviario tra Liguria e Piemonte. 30 rinvii a giudizio

16 Marzo 2021
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 Sono 30 i rinviati a giudizio dal gup di Genova nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte gare d’appalto truccate per il terzo valico ferroviario. Tra loro, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani locali, anche l’ad di WeBuild Pietro Salini, l’imprenditore Giandomenico Monorchio e Ettore Incalza. L’inchiesta riguarda in particolare le gare legate ai lavori del tracciato del terzo valico  tra Liguria e Piemonte. A compiere gli approfondimenti era stata la Guardia di finanza. Nel mirino dei pm Francesco Cardona Albini e Paola Calleri il sistema di smistamento degli appalti e la gestione dei fondi pubblici da parte del Cociv. All’Ad di WeBuild Salini nel filone genovese dell’inchiesta viene contestata in particolare una telefonata con l’ex presidente Cociv Michele Longo, anche lui indagato. In una nota, i legali di Salini chiariscono che “l’unico elemento di cui dispone la Procura di Genova dopo anni di indagini consiste in una intercettazione telefonica tra il dottor Pietro Salini e un dirigente apicale Cociv avvenuta dopo la aggiudicazione delle gare. L’iter amministrativo era già concluso e non era più suscettibile di modifiche e consisteva in uno scambio di opinioni per incrementare la partecipazione ad eventuali gare future di imprese in possesso di ogni requisito ed anche straniere. Saremo in condizioni di dimostrare la buona fede dell’ad e di tutta l’azienda”.

 La Cgil Liguria apprende “con preoccupazione” le notizie relative ai rinvii a giudizio collegati al sistema degli appalti nel Terzo Valico in Liguria. “Ovviamente – scrivono in una nota Fabio Marante e Lara Ghiglione, segretari regionali Cgil Liguria – aspettiamo di conoscere l’esito del percorso giudiziario e nel contempo ribadiamo la strategicita’ di un’opera come questa per il nostro territorio. Quello che pero’ non possiamo non evidenziare e’ che purtroppo, nel nostro Paese, questi avvenimenti sono oltremodo frequenti, anche in caso di gare di appalto, a causa di modus operandi fraudolenti. A maggior ragione lo Sbloccantieri, promuovendo modelli di affidamenti diretti, che svuotano di fatto il ruolo delle stazioni appaltanti e della garanzia del controllo diffuso, rischia di compromettere ulteriormente il sistema con gravi ripercussioni sull’economia sana del territorio e sull’occupazione”. La Cgil, prosegue la nota “da sempre si oppone a tali pratiche e chiede regole certe nel sistema di affidamento, investendo nella pubblica amministrazione, per garantire trasparenza e legalita’. Occorre superare una volta per tutte la narrazione nefasta che per fare le opere sia necessario sburocratizzare e affidarsi ai superpoteri dei supercommissari. Alla vigilia dell’atteso arrivo del fiume di risorse del Recovery plan, che potrebbero realmente garantire un futuro migliore alla Liguria, le notizie di oggi buttano un’ombra sul nostro territorio che si sarebbe potuta evitare”. 

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