Peste suina tra Liguria e Piemonte, 20mila cinghiali nel mirino. Toti: vademecum entro 36 ore

17 Gennaio 2022
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 Si stima che siano tra 16 mila e 20 mila i cinghiali a rischio Peste suina nei 114 Comuni lungo lo spartiacque appenninico tra Liguria e Piemonte in cui un’ordinanza ministeriale ha vietato per sei mesi le attivita’ di trekking, mountain bike, raccolta funghi, caccia e pesca, “bisogna evitare che il virus faccia il salto dal selvatico all’allevamento suinicolo, un settore da 100 mila occupati in Italia, che vale dai 7 ai 9 miliardi euro”. Lo spiegano il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il direttore dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta Angelo Ferrari e il responsabile del servizio veterinario di Alisa Roberto Moschi, al termine di un tavolo di confronto con il sindaco della Citta’ metropolitana Marco Bucci annunciando una prossima ordinanza regionale con la quale si fornisce a cittadini e sindaci un vademecum su cio’ che si puo’ fare o meno. Sono 36 i Comuni liguri coinvolti dall’ordinanza ministeriale in un territorio che va da Albissola a Recco, Genova compresa. “Entro un paio di settimane i ministeri della Salute e delle Politiche agricole ridisegneranno l’ordinanza sia per quanto riguarda il perimetro sia eventuali deroghe. – spiega Toti – Mercoledi’ 19 gennaio la Regione Liguria varera’ un’ordinanza regionale al fine di dare ai cittadini e ai sindaci un vademecum su cio’ che si puo’ fare o meno. Non si puo’ escludere che un cinghiale infetto possa accedere a luoghi non interdetti. Entro tre settimane sara’ completato il piano di monitoraggio ivi compreso un piano di abbattimento selettivo dei capi, che dovra’ poi essere autorizzato dalla Comunita’ europea e dal Governo – e’ la road map illustrata dal presidente Toti – Abbiamo gia’ chiesto al Governo una serie di risarcimenti per le attivita’ colpite dai divieti posti in essere”. 

L’ordinanza regionale potrebbe, ad esempio, consentire l’accesso ai parchi urbani recintati e prolungare fino a giugno la possibilita’ di effettuare il taglio della legna, al momento vietata per un mese. “Dobbiamo adottare protocolli che limitino al massimo la diffusione del contagio per salvare il settore suinicolo in Italia – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Alessandro Piana -. I divieti porteranno pesanti ricadute economiche negative sul nostro territorio, percio’ la Regione Liguria ha chiesto al presidente del Consiglio Mario Draghi, ai ministri Speranza e Patuanelli ristori per tutte le attivita’ economiche che subiranno un danno economico da questo fermo”. Il primo caso di peste suina in Italia e’ stato individuato il 5 gennaio scorso a Ovada, in Piemonte. Al momento tra Liguria e Piemonte (rpt: tra Liguria e Piemonte) ne sono stati accertati otto. Il virus ha un’estensione territoriale che va dalla Cina al Belgio, e’ in corso uno studio sul sequenziamento del genoma per comprenderne l’origine.

 “Entro 36 ore pubblicheremo un’ordinanza regionale esplicativa che garantisca a cittadini e sindaci di sapere quali spazi sono interdetti e quali sono transitabili, in altre parole un vademecum di quello che si può o non si può fare”. Lo ha detto il presidente della Liguria Giovanni Toti dopo il vertice con Alisa, Anci e Istituto zooprofilattico sperimentale. Dalla scorsa settimana è in vigore un’ordinanza del ministero della Salute e del ministero dello Sviluppo economico che vieta per 6 mesi numerose attività nei luoghi frequentati dai cinghiali, compresi trekking e mountain bike, in 114 comuni delle due regioni. 

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Direttrice: Stefania Piazzo
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