La denuncia: figli da tamponare, per noi genitori assenza non retribuita. Paghiamo tutto di tasca nostra

25 Settembre 2020
Lettura 2 min

Gentile redazione, voglio sottoporvi un tema, che pochi, forse nessuno, sta trattando, i cosiddetti “esoneri lavorativi da emergenza COVID 19”. Dal primo DPCM del 6 marzo ad oggi con il nuovo DL 111/2020, tutti i lavoratori dipendenti hanno di fatto dovuto affrontare le assenze dal lavoro causare dall’emergenza stessa, pagandole letteralmente di tasca propria.

A marzo si invitavano i genitori con figli minori ai 12 anni ad assentarsi per assistenza garantendo un “esonero al 50% dello stipendio” e per tutti gli altri “esonero a 0 ZER0”…vuol dire che avevi un figlio in 1° – 2° media con 12 anni ed 1 giorno e dovevi assisterlo durante la didattica a distanza o farla tu stesso laddove ancora non c’era, stavi a casa giustificato ma a fine mese pagavi le bollette con la carta di credito per postdatare il prelievo bancario. Oggi ci risiamo ma siamo alla follia!

Riprendono le scuole e tutti i genitori di figli senza alcuna franchigia di età, se dovessero assentarsi per fare i tamponi, caduti a pioggia nelle ultime ore (presidio medico di Conegliano il 23/09 aveva una fila di 1 km di auto in attesa, tutti con bambini anche piccoli da tamponare) avrebbero ancora lo stesso trattamento sulle assenze dal lavoro: esonero non retribuito.

Poi vi risparmio la mappa concettuale delle casistiche di assenza per assistenza ai figli tamponati tra positivi-negativi-assimilati, perché la sto ancora studiando ed è al momento solo ridicola nella grafica, ma il contenuto è sempre lo stesso: se tu lavoratore padre o madre di un figlio che dal rientro a scuola, con tutte le regole che hai dovuto firmare, con le spese che hai dovuto sostenere per il dovere di rimandarcelo, se avessi bisogno di stare a casa per dare assistenza, non verresti ancora pagato!

Aggiungo che la lungimiranza degli uffici personale delle aziende private e gli imprenditori stessi, mettono a disposizione i ROL oppure le ferie per evitare una seria decurtazione della busta paga, ma anche le ferie sono “reddito” anzi sono “riposo”! e chiedere ferie dopo averle appena fatte, vuol dire chiedere anticipi su quelle che maturerai, dunque sempre di un reddito parliamo, in questo caso speso prima ancora che maturi. Io non so quale sia la vostra preparazione in materia di lavoro, io sono figlia di un ex sindacalista. Mio padre contribuì negli anni 50 a rendere obbligatorio il periodo di riposo retribuito, si battè ogni notte davanti ai cancelli della vecchia Tognana perché tutte le lavoratrici sapessero che dopo i turni serali avevano diritto al riposo pagato.

Era un mondo diverso sì, ma la dignità di chi lavora e sostiene mensilmente con le proprie trattenute questo paese, deve essere riconosciuta. Mai ho dovuto piangere per la vergogna di spiegare ai miei colleghi cosa di fatto sta accadendo e che saranno molte le famiglie che a causa di questo scellerato calcolo, sotteso e vigliacco, si troveranno con un mensile dimezzato. Il 15 ottobre è vicino, abbiamo pagato libri, corredi, mascherine, disinfettanti, firmato ogni sorta di impegno a mandare i nostri figli sempre sani a scuola e questo paese governato da vili, quando chiediamo di poter assistere i nostri figli, ci sputa in faccia e ci toglie lo stipendio. Verificate e poi se vi torna la mia retorica, scriveteci qualcosa che svegli tutti i sordi. Grazie.

Sara dell’Aica

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