Un solo giorno e non due, come previsto inizialmente, per i negoziati tra Russia e Ucraina a Istanbul. Tre ore di colloqui che sono stati definiti “costruttivi” dalla parte russa e che avrebbero gettato le basi per un incontro faccia a faccia tra i due presidenti Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, secondo la delegazione ucraina, come preannunciato dal Financial Times oggi: il quotidiano aveva anticipato che Mosca non chiederebbe più che l’Ucraina venga “smilitarizzata” e “denazificata” e avrebbe aperto a un’intesa.
Un negoziato che ha portato a un primo annuncio concreto, la riduzione “radicale” delle attività militari russe nella regione di Kiev, confermata anche da parte americana. Una decisione per “aumentare la fiducia” tra le parti in vista di un accordo, come ha sottolineato la Difesa russa. Intanto sul fronte dei punti su cui si è iniziato a dialogare, davvero, e su cui si proseguirà, c’è di certo la neutralità dell’Ucraina, collegata alle garanzie di sicurezza “incondizionate” per Kiev, ma che secondo Mosca non sono applicate a Crimea e Donbass.
Temi su cui, ha spiegato il consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak, saranno gli ucraini ad esprimersi con un referendum. Da Mosca, adesso, si attende il commento del presidente Putin che sarà informato dalla delegazione, già di rientro da Istanbul. La Russia valuterà le proposte di Kiev che “saranno riferite a Putin”, ha spiegato il caponegoziatore russo, Vladimir Medinsky. Tra queste proposte, secondo quanto hanno riferito i negoziatori ucraini, “un sistema di garanzie di sicurezza”, che prevede diversi paesi come garanti, tra cui Turchia, Polonia, Stati Uniti e Canada, ma c’è chi parla anche di Israele, Francia, Germania e Italia. Secondo punto lo status di neutralità dell’Ucraina, che prevede che non ci siano basi militari straniere sul proprio territorio, che non si svolgano esercitazioni militari con eserciti stranieri sul territorio ucraino e terzo che Kiev non entri in alleanze come la Nato.
E la Russia – riporta l’Ansa citando la Tass – non ha obiezioni all’aspirazione dell’Ucraina di entrare nell’Unione europea: lo ha detto il negoziatore russo Vladimir Medinsky al termine dei negoziati a Istanbul. “Le proposte di Kiev implicano che da parte sua, la Federazione Russa non ha obiezioni al desiderio dell’Ucraina di entrare nell’Unione Europea”, ha dichiarato Medinsky.