Rsa Bagno Romagna: metà operatori rifiutano vaccino. Sindaco si appella al premier Conte

8 Gennaio 2021
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Nella casa di riposo per anziani Camilla Spighi, gestita dal Comune di Bagno di Romagna (in provincia di Forli’-Cesena) solo 19 dei 37 operatori della struttura si sono vaccinati contro il Covid. Gli altri 16 hanno per ora rifiutato l’immunizzazione.

E allora il sindaco di Bagno di Romagna, Marco
Baccini, chiede ‘aiuto’ direttamente al premier. E’ infatti a
Giuseppe Conte e al ministro della Salute, Roberto Speranza, che
il primo cittadino scrive per segnalare questo “problema
gravissimo”. Perche’, spiega, “una percentuale cosi’ elevata di
operatori che hanno rifiutato il vaccino ha lasciato tutti molto
scossi, perplessi e impauriti per la garanzia del servizio svolto
dalla struttura a tutela degli ospiti, dei familiari, dei
colleghi che non possono sottoporsi al vaccino, nonche’ per le
ripercussioni e le responsabilita’ che ne possono derivare in
capo all’Ente nell’ipotesi di scenari negativi, che non sono da
escludere”. La lettera e’ stata spedita anche al prefetto di
Forli’-Cesena, Antonio Corona, al presidente della Regione,
Stefano Bonaccini, e all’assessore alla Sanita’
dell’Emilia-Romagna, e pone direttamente il ‘problema’ della
obbligatorieta’ (mancante) del vaccino.
“Il carattere facoltativo del vaccino consente di esprimere
legittimamente il rifiuto, ma espone le strutture di gestione di
servizi socio-sanitari e le Istituzioni a gravi responsabilita’,
che non possono dipendere da scelte individuali”, scrive Baccini.
E segnala che ne’ “la sospensione dalle mansioni lavorative”, ne’
“il collocamento in aspettativa dei lavoratori o addirittura il
licenziamento” sono soluzioni per via delle “ripercussioni sul
funzionamento dei servizi nonche’ per il maggior carico di spesa
pubblica connesso al reclutamento di sostituti e per le
inefficienze connesse”. Per cui il sindaco domanda a Conte: come
facciamo?

 Baccini chiede espressamente un’indicazione su come affrontare la situazione nella Cra Camilla Spighi per garantirne la sicurezza “e preservare quanto piu’ possibile il lavoro di tutti i dipendenti, escludendo -se possibile- azioni drastiche, che non vorrei essere costretto ad
assumere”. Piu’ in generale, Baccini chiede al Governo cosa
intenda fare “per superare un vuoto informativo e normativo che
crea problemi gravi, imminenti e concreti ai livelli locali, con
conseguenti assunzioni di responsabilita’ in capo a sindaci ed
amministratori nell’affrontare la gestione di un piano di uscita
dalla pandemia, che non puo’ essere lasciato ad iniziative
individuali”.

E, pone il tema dell’obbligo. Del resto, dice, “per
ormai un anno abbiamo ricevuto atti aventi forza di legge con i
quali sono state limitate liberta’ fondamentali individuali e
collettive, sono state chiuse le scuole e sospese attivita’
economiche con danni gravissimi anche da un punto di vista di
salute individuale e pubblica”. E ora che “esiste lo strumento
per uscire da questa ‘catastrofe’, vi chiedo perche’ non e’ stato
reso obbligatorio il vaccino, almeno per le categorie piu’
esposte della popolazione, e quali azioni intendete intraprendere
di fronte ad uno scenario che non riguardera’ solamente Bagno di
Romagna”. Lo si spieghi dato che “la medesima situazione
riguardera’ poi anche le persone fragili e quelle che hanno piu’
bisogno di essere protette, ma che ben possono legittimamente
rifiutare il vaccino”.


Secondo Baccini e’ mancata una campagna di informazione
“strutturata e preventiva” da varare quando si e’ deciso di
rendere facoltativo il vaccino: non c’e’ stata e questo ha
lasciato “in balia delle opinioni quotidiane che vanno
rincorrendosi e screditandosi a vicenda, creando caos e
confusione su un tema di primaria importanza”.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
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