Pedro Sanchez è stato eletto per la terza volta come primo ministro della Spagna dopo aver ricevuto la maggioranza dei voti al Parlamento. A favore di Sanchez, che ha ricevuto 179 voti a favore, hanno votato otto forze politiche: il Psoe, la coalizione di sinistra Sumar, i partiti indipendentisti catalani Erc e Junts, quelli baschi Bildu e Pnv, il partito galiziano Bng e quello delle Canarie CC. Hanno votato contro 171 deputati. Il voto conferma l’intesa sull’amnistia tra il Psoe e gli indipendentisti catalani, scelta che sta lacerando il Paese. Il nuovo mandato quadriennale di Sanchez inizierà formalmente dopo che il presidente del Congresso avrà comunicato i risultati del voto al re Felipe VI. Termina così il periodo di limbo politico che durava dalle elezioni generali di luglio che non avevano dati risultati decisivi a favore di nessuna delle coalizioni.
Il governo che il Congresso dei deputati sosterrà oggi sarà “legittimo, democratico e costituzionale”, “la democrazia è possibile solo se si accetta la sconfitta temporanea”. Lo ha detto il leader socialista Pedro Sanchez nel suo ultimo intervento al Congresso spagnolo prima del voto di fiducia. Sanchez ha ringraziato in tutte le lingue co-ufficiali della Spagna i 179 deputati che si sono impegnati a votare a favore della sua investitura e ha ringraziato i deputati socialisti per la fiducia che gli anno accordato. Sanchez ha affermato che la critica del Pp e di Vox non riguarda gli accordi stretti con gli indipendentisti catalani ma il fatto che con questi accordi il Psoe è riuscito a formare una maggioranza, cosa che loro non hanno ottenuto dopo le elezioni del 23 luglio.