di Stefania Piazzo – Il ceto medio ha mandato a quel paese il voto. L’astensione ha ribadito il distacco e la disillusione. Non si può ignorare l’affluenza fragile, a Roma il 48% contro il 57% di 5 anni fa. A Milano il 47 contro il 54%. Ha votato meno della metà degli elettori. Chi è rimasto a casa, probabilmente, è persuaso che tanto la politica non cambia e non incide più nei cambiamenti e non dà risposte. In più, il premier Draghi sta dimostrando che si può governare anche senza i partitii.
Quel per ceto medio che è stato fino ad oggi il serbatoio del consenso del centrodestra, facendo sì che anche sulla fiducia si potesse eleggere laqualunque, tanto bastava la parola del leader a dare certezze, ecco… oggi le cose non stanno più così. A Milano un candidato inesistente scelto dal leader leghista ha steso il tappeto rosso al pragmatico Beppe Sala. A Bologna non c’è storia. E’ roba archeologica il trionfo di Guazzaloca. Ma c’era un altro centrodestra, appunto.
Piuttosto si rivota il centrosinistra. Non urla, non si sbraccia a promettere senza mantenere, governa senza silurare tutti i giorni le scelte di governo, non fa politica sui social insultando e inseguendo l’avversario con un mobbing mediatico Nonostante i suicidi politici del centrosinistra, l’abbraccio con i 5Stelle, la Lega non sfrutta gli errori, ma ne fa di peggiori in casa. Dietro al leader non ci sono uomini, non c’è classe dirigente. La Lega non aveva nulla di meglio che il candidato Bernardo.
Però Fdi prende il 60% in più rispetto alle ultime elezioni a Milano, la Lega si ferma ad un mediocre 12,6%. Per essere un partito nato al Nord, è la dimostrazione che in Lombardia ha ben poco da dire.
