“La social card, che è un bonus una tantum pieno di paletti, certifica che il governo non ha capito nulla di chi oggi fa fatica ad arrivare a fine mese. Perché escludere gli anziani soli, chi ha un figlio unico magari disabile, o chi sta in cassaintegrazione? Un bonus che arriverà a settembre ma che diventa un trofeo con stampato il proprio nome sopra”.
Lo dichiara la vicepresidente dei deputati di Italia Viva Maria Chiara Gadda, che aggiunge: “Meloni e Conte sono due facce della stessa medaglia del populismo raccatta consensi. Ha ragione Matteo Renzi a dire che la social card è uguale al reddito di cittadinanza, monetizzare il bisogno genera solo dipendenza e non certo emancipazione. Se tutti quei milioni di euro fossero dati al terzo settore e ai comuni ci sarebbero ben altri risultati”.
“Non stupisce che certe misure vengano proposte da Fratelli d’Italia, ma c’è da chiedersi che fine abbiano fatto i parlamentari di maggioranza che da anni professano la sussidiarietà.
Evidentemente fa più comodo stare nel carrozzone Meloni, che essere conseguenti e fare le battaglie a viso aperto”, conclude.