Sappiamo che l’estate non è il periodo migliore per il consumo di carne, ma non ci aspettavamo un calo così consistente come quello attuale. Un crollo anomalo: stiamo assistendo infatti, rispetto ai valori dello stesso periodo del 2021, a riduzioni di vendite intorno al -15% per la carne suina, -8% per la bovina e -4% per le carni bianche. Il gran caldo di questo periodo influisce in modo pesante sulle nostre vendite, che dall’inizio del 2022 erano già scese di almeno il 10%”. Così Luigi Frascà, presidente Assomacellai-CONFESERCENTI, che aggiunge “più resilienti sono le macellerie che producono cibo da asporto, dove la riduzione delle vendite risulta minore rispetto alle classiche macellerie, in quanto commercializzano prodotti già pronti per il consumo, più pratici in estate. Anche in questi esercizi, comunque, si rilevano riduzioni di vendita di prodotti dal costo elevato”. “L’incertezza economica fa prediligere tagli meno pregiati e questo non aiuta un settore che viene da anni e anni di crisi, durante i quali molte attività sono state costrette alla chiusura”, osserva ancora ricordando che fra il 2009 e il 2022 a Torino ha chiuso il 18,7% delle macellerie e la percentuale supera abbondantemente il 20% se si considera anche la provincia mentre fra il 2019, ultimo anno prima della pandemia, e l’anno in corso, le chiusure a Torino hanno superato il 6% e si sono attestate a poco più del 5% in provincia. “Il calo delle vendite – conclude il presidente Assomacellai-CONFESERCENTI – e il continuo aumento dei costi di materie prime e servizi stanno strangolando i nostri esercenti che si trovano a fare i conti con margini sempre più bassi. Di questo passo, se non si interverrà al più presto con aiuti specifici, il settore continuerà a perdere imprese e occupati”.

Via la carne. Per il caldo, per il prezzi…
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