di Luigi Basso – Dopo Piazza Tienanmen, cioè negli ultimi 30 anni, la Cina ha iniziato ad allungare i propri tentacoli su tutto il pianeta.
Per 30 anni i Cinesi, facendo finta di interessarsi solo al commercio ed agli affari, hanno iniziato a tessere una fitta trama di rapporti economici in Australia, Africa, Europa e Sudamerica.
Nel mondo capitalista interessato solo al Dio Denaro è stato facile, per gli astuti cinesi, far credere che i funzionari ed emissari del Partito Comunista fossero innocui businessmen, interessati solo a far soldi perché parlavano di affari in giacca e cravatta.
In realtà i Cinesi, essendo Comunisti, sanno perfettamente che il controllo dell’economia (la “struttura” di Marx) è la leva che permette poi di determinare tutti gli altri rapporti (le “sovrastrutture”).
Questo è il motivo per cui i Paesi entrati nell’orbita cinese registrano ineluttabilmente una torsione autoritaria e dirigista di stampo statalista, in buona sostanza, una deriva comunista, dove i nemici da distruggere sono l’iniziativa e la ricchezza privata per creare un popolo sottomesso di sussidiati: il Paradiso della Consigliera del Premier Conte, Mazzucato.
Il Venezuela di Chavez e Maduro è uno Stato satellite della Cina, dipendendo un tutto e per tutto dal credito della Cina.
La Banca Centrale Venezuelana ha recentemente annunciato che userà lo Yuan come moneta di pagamento delle transazioni internazionali per appalti e forniture.
Lo stesso Maduro ha recentemente messo in mano ai cinesi il sistema delle telecomunicazioni venezuelano, diventando di fatto la 23esima Regione Cinese.
L’Italia è avviata da tempo allo stesso destino, grazie alla deriva neocomunista e statalista dei Grillini, di Conte e dei loro consociati nipotini di Togliatti.
Non deve dunque destare meraviglia né l’appoggio dato dal Governo italiano a Maduro all’epoca del fallito blitz di Guaido’ (all’epoca i vecchi alleati dei 5 stelle non capirono proprio nulla), né l’arrivo in Italia di funzionari venezuelani col pretesto del Covid 19: si trattava di un puerile pretesto poiché le condizioni di povertà ed indigenza dei venezuelani sono talmente gravi e diffuse che anche col Covid in Italia sarebbero serviti comunque più medici a Caracas.
C’è una sola differenza enorme tra Venezuela e Italia: l’Italia è saldamente ancorata al Trattato Internazionale NATO e ogni cedimento
verso Pechino mette in pericolo la sicurezza di tutti gli alleati.
Non tutto è perduto, dunque.
Forse.
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