Superbonus, sul governo solo fischi per il fiasco

18 Febbraio 2023
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 “Se non si sbloccheranno i crediti incagliati, i danni economici saranno ingenti, anche se al momento non facilmente quantificabili. Soprattutto sul fronte dei lavori avviati e che rischiano di non essere terminati per mancanza di liquidità da parte delle imprese e delle famiglie che li avevano avviati fiduciosi della possibilità rappresentata dallo sconto in fattura e dalla cessione del credito”. Così Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, interpellato da LaPresse in merito alle misure varate ieri dal governo in termini di cessione del credito e stop agli acquisti degli stessi da parte della Pa. “Ricordiamo che a fronte di detrazioni parzialmente usufruite e di lavori successivamente non terminati – aggiunge -, si potrebbero avviare non solo azioni giudiziarie tra famiglie o condominii e imprese, ma anche con l’Agenzia delle entrate per il recupero delle detrazioni già usufruite (anche sotto forma di sconto in fattura o di cessione del credito)”.

“Una decisione drastica, del tutto inaspettata: l’eliminazione della cessione del credito e dello sconto in fattura rappresentano un danno enorme per le famiglie e per le aziende manifatturiere italiane”. Commenta così Marco Nocivelli, presidente di Anima Confindustria, l’adozione del decreto-legge in materia di cessione dei crediti, che rimuove la possibilità di optare per la cessione del credito e lo sconto in fattura per i bonus edilizi. “Dobbiamo considerare innanzitutto – dichiara Nocivelli – la direzione intrapresa dall’Europa in merito all’efficientamento energetico degli edifici: se in meno di dieci anni dobbiamo portare le nostre abitazioni a più che dimezzare le emissioni, SUPERBONUS ed Ecobonus sono due misure fondamentali per il raggiungimento di tali obiettivi; l’eliminazione dello sconto in fattura e della cessione del credito rallenteranno notevolmente le opere di efficientamento energetico, impedendo ai condomini e alle famiglie, soprattutto quelle meno abbienti, di accedere ai bonus”. “Oltre a rappresentare un ostacolo per il raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica – prosegue Nocivelli – lo stop alla cessione del credito rappresenta un danno economico a tutta la filiera dell’edilizia, che va a colpire direttamente anche le aziende della meccanica e in particolare quelle dell’impiantistica, un comparto industriale che oggi vale oltre il 34% del settore delle costruzioni per numero di addetti. In questa fase di inflazione galoppante e difficoltà crescenti per le aziende, non possiamo permetterci di fermare i meccanismi che hanno permesso a misure-chiave quali SUPERBONUS ed Ecobonus di accelerare in maniera considerevole il percorso di efficientamento energetico nell’edilizia, e di creare valore economico per migliaia di aziende sul territorio nazionale. Questa ennesima modifica inattesa alla disciplina pone in seria difficoltà molte imprese della filiera dell’edilizia, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro”.

“Il governo torni sui suoi passi e fermi un provvedimento che potrebbe produrre effetti devastanti non solo per l’edilizia, ma per l’intera economia del paese”. È l’appello del presidente nazionale di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi, dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri del decreto legge che blocca lo sconto in fattura e la cessione dei crediti per i nuovi cantieri legati ai bonus edilizi. “In un momento in cui peraltro regna assoluta incertezza sulla monetizzazione dei crediti già maturati per lavori già eseguiti”, per Lombardi “il blocco totale della cessione dei crediti rischia di affossare l’intero comparto. Come pure la decisione di impedire alle pubbliche amministrazioni di acquisire i crediti incagliati. Si sta deliberatamente o superficialmente spingendo migliaia di imprese verso il tracollo”. Il blocco deciso dal governo per “salvaguardare i conti pubblici” – pur a fronte di numerosi studi che, si legge nella nota, rimarcano la convenienza di questo strumento da vari punti di vista, dalla sicurezza al contenimento del consumo energetico – varrà già da questo mese, per le pratiche presentate a partire dal 17 febbraio. “Il decreto conferma il divieto per gli enti locali di acquistare i crediti delle imprese edili a corto di liquidità – aggiunge il presidente di Federcepicostruzioni – Così si colpisce duramente un settore già duramente provato dalle continue modifiche legislative degli ultimi mesi. Si colpisce un comparto colpevole solo di aver rispettato le leggi dello Stato”. Il decreto approvato ieri dal Governo condizionerà “pesantemente tutte le politiche energetiche del nostro Paese, ed in particolare gli obblighi – già imposti da delibere del Parlamento Ue – di migliorare la classificazione energetica degli edifici entro il 2030”.

Altra sottolineatura nella nota è al blocco della transizione energetica e dell’adeguamento sismico di oltre 9 milioni di fabbricati, “si stroncano le residue speranze di ottenere liquidità dagli enti locali per crediti incagliati da mesi”. “Sono già circa 90 mila i cantieri bloccati per mancanza di liquidità: 40 mila imprese devono cedere oltre 25 miliardi di crediti nei cassetti fiscali e sono a rischio fallimento. È una situazione drammatica – conclude Lombardi – che deve purtroppo indurre tutti gli operatori dell’edilizia a riflettere. È giunta probabilmente l’ora di attivare iniziative dure e ferme affinché tutti capiscano la gravità della situazione”.

“Oggi ci sentiamo traditi, noi professionisti abbiamo dato massima fiducia al governo”. Così in una nota congiunta l’Ordine degli architetti di Roma e provincia e l’Ordine degli ingegneri di Roma, a valle dello stop allo sconto in fattura e cessione del credito arrivato ieri con il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri. Il presidente degli architetti Alessandro Panci, sottolinea che “la situazione continua progressivamente a peggiorare ed è ormai insostenibile. Sono mesi che proponiamo soluzioni alternative allo scopo di sbloccare i crediti fiscali. Un danno per il cittadino che rischia di perdere il beneficio delle detrazioni con l’aggravante di doversi fare carico integralmente delle spese dei lavori, oltre a sanzioni e interessi. E con una ripercussione sulle aziende e sui professionisti impossibilitati a pagare – senza avere incassato – tasse e contributi, con il rischio di fallimento per molti operatori del settore”.

Secondo Massimo Cerri, presidente degli ingegneri di Roma “rimettere in moto il mercato dei crediti non certo parlare di blocco, inutili gli sforzi messi a sistema per contrastare l’aumento del costo delle materie prime e il caro energia, una crisi profonda per l’economia in generale, non solo il settore delle costruzioni. Il Superbonus doveva dare un nuovo impulso al settore delle costruzioni ora è un grido di allarme”. Tra l’altro, aggiunge Marco Alcaro consigliere Oar, “il blocco dell’acquisto dei crediti imposto alle pubbliche amministrazione, rischia di coinvolgere anche le casse di previdenza private che stavano procedendo all’acquisto con alcune banche. Questa decisione ignora deliberatamente un confronto dovuto con chi – Ordini professionali, Ance, ma anche tanti imprenditori o associazioni come gli ‘Esodati del Superbonus‘ – sono impegnati da mesi per arrivare ad una soluzione condivisa, per impedire che siano messe in ginocchio tante imprese e professionisti, verso una situazione drammatica per l’intera economia del Paese”. 

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