Superbonus, dove stava l’errore dei crediti? Draghi vs Fraccaro

20 Luglio 2022
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“Per il Superbonus, il problema sono i meccanismi di cessione. Chi li ha disegnati senza discrimine o discernimento? Sono loro i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti”. Il j’accuse di Mario Draghi arriva nella replica durante il dibattito al Senato e punta l’indice sul meccanismo di cessione del credito nato con il superbonus ma poi esteso a tutti i diversi bonus immobiliari. Nessun nome, anche se il padre della norma e’ facilmente identificabile, avendo da sempre rivendicato la paternita’. “L’approvazione su mia proposta del Superbonus al 110% per l’efficientamento energetico…”, e’ l’incipit del commento del maggio del 2020 dell’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, del governo Conte II che oltre a spiegare l’impatto in chiave ecologica e di sviluppo economico della norma illustro’ anche allora il meccanismo che ora, dopo le modifiche introdotte, si e’ inceppato. “I cittadini che effettuano questi lavori – spiego’ Fraccaro – otterranno una detrazione fiscale pari al 110% della somma spesa o lo sconto totale in fattura cedendo il credito di imposta all’azienda che ha effettuato i lavori. L’impresa a sua volta potra’ cedere illimitatamente il credito a fornitori e anche istituti bancari ottenendo immediata liquidita’”. E’ questo il processo che ora si e’ bloccato. La cessione del crediti e’ infatti stata estesa agli altri bonus e ha messo in moto molte attivita’ di ristrutturazione. Ma anche di truffe. Anzi, come ha spiegato il ministro dell’Economia Daniele Franco in parlamento lo scorso febbraio, ha provocato “tra le piu’ grandi truffe che questa Repubblica abbia mai visto”, stimata in 4,4 miliardi con crediti per 2,3 miliardi sotto sequestro. Ma, come ha spiegato lo stesso ministro, solo una piccola parte delle truffe (il 3%) e’ collegata al superbonus. La maggior parte delle frodi (il 46%) si e’ concentrata sul bonus facciate, sul quale sono previsti meno meccanismi di verifica. Da allora le norme introdotte, per evitare un buco di bilancio, hanno prima limitato il numero delle cessioni possibili, poi introdotto correttivi come la tracciabilita’. La forte richiesta di lavori e cessioni ha pero’ esaurito i plafond delle singole banche, che hanno a loro volta bloccato gli acquisti dei crediti che in alcuni casi sono rimasti sui conti delle imprese, in altri su quelle di chi ha commissionato i lavori contando sulla possibilita’ di pagare cedendo il credito. “Ora – ha affermato Mario Draghi – bisogna riparare al malfatto e tirare fuori dai guai quelle migliaia di imprese”. 

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