Stop export armi in Arabia Saudita. Ed è “guerra” tra 5Stelle e Italia Viva

29 Gennaio 2021
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 “Con un atto di portata storica – che avviene per la prima volta nei 30 anni dall’entrata in vigore della Legge 185 del 1990 sull’export di armi – il Governo Conte ha deciso di revocare, non solo sospendere, le autorizzazioni in corso per l’esportazione di missili e bombe d’aereo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Continua inoltre a rimanere in vigore anche la sospensione della concessione di nuove licenze per i medesimi materiali e Paesi”.

Le organizzazioni Amnesty International Italia, Comitato Riconversione RWM per la pace ed il lavoro sostenibile, Fondazione Finanza Etica, Movimento dei Focolari, Oxfam Italia, Rete Italiana Pace e Disarmo, Save the Children Italia insieme ai partner internazionali European Center for Constitutional and Human Rights e Mwatana for Human Rights esprimono “grande soddisfazione per questo risultato, da loro fortemente richiesto, che diventa operativo in queste ore”. “Una decisione che pone fine – una volta per tutte – alla possibilità che migliaia di ordigni fabbricati in Italia possano colpire strutture civili, causare vittime tra la popolazione o possano contribuire a peggiorare la già grave situazione umanitaria nel Paese.Un atto che, soprattutto, permette all’Italia di essere più autorevole sul piano diplomatico nella richiesta di una soluzione politica al conflitto”, affermano le organizzazioni. 

Secondo quanto appreso dalla Rete Italiana Pace e Disarmo, afferma la nota, il provvedimento riguarda almeno 6 diverse autorizzazioni già sospese con decisione presa a luglio 2019 tra le quali la licenza MAE 45560 decisa verso l’Arabia Saudita nel 2016 durante il Governo Renzi (relativa a quasi 20mila bombe aeree della serie MK per un valore di oltre 411 milioni di euro). Secondo le elaborazioni di Rete Pace Disarmo e Opal la revoca decisa dall’esecutivo per questa sola licenza andrà a cancellare la fornitura di oltre 12.700 ordigni.

“Un sincero ringraziamento è dovuto ai membri del Parlamento ed in particolare della commissione Esteri della Camera che hanno dedicato attenzione a questo tema, proponendo ed approvando un’importante risoluzione nel dicembre 2020 che ha impegnato in primo luogo l’esecutivo a prorogare la sospensione all’export di armamenti verso i due Paesi della Penisola arabica. Esprimiamo inoltre soddisfazione per la rapidità e la fermezza con cui il Governo ha dato seguito a questo atto di indirizzo, orientandosi non solo verso la proroga della sospensione disposta nel luglio 2019 ma revocando anche le precedenti licenze come proposto dall’atto parlamentare”, sottolineano le organizzazioni, che “ringraziamo anche i numerosi sostenitori che ci hanno accompagnato e sostenuto nelle varie campagne di sensibilizzazione e attività di comunicazione su questo tema.

Ma la notizia ha sollevato polemiche, in primis uno scontro sui social tra Italia Viva e 5Stelle.

Come il botta e risposta su twitter tra il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, M5S, ed il suo ex collega alla Farnesina, Ivan Scalfarotto, di Iv sulla questione della revoca della licenza di export alle armi all’Arabia Saudita, che sarebbero state usate anche nel conflitto nello Yemen contro i civili. A Scalfarotto che ha accusato Di Stefano di essersi opposto all’embargo di tutte le armi, il sottosegretario ha così risposto: “La risoluzione di revoca è a prima firma di Yana Ehm, l’iter è stato gestito da me come delegato e da Luigi Di Maio come ministro, l’approvazione finale è stata di Giuseppe Conte”. “Tutti nomi – sottolinea Di Stefano – espressione del M5S. O vivi di manie di protagonismo come il tuo leader o sei molto confuso. ArabiaViva”.

A questo punto fonti della Farnesina avrebbero specificato gli eventi sotto un’altra luce. “No, non è proprio così, i contratti di export di armi con alcuni Paesi non sono iniziati nel 2014, ma prima, quindi è tecnicamente sbagliato attribuirli a un singolo o a una singola forza politica”. Così quindi fonti della Farnesina rispondono alla domanda se la vendita di bombe ai sauditi è un’eredità del governo Renzi. “Peraltro – aggiungono le stesse fonti – se si considerano i 3 anni precedenti la guerra in Yemen e i 3 anni successivi, il valore complessivo di armamenti venduti a Riad non è aumentato, anzi è diminuito. Lo stop all’export di bombe e missili arrivò con una risoluzione del parlamento poche settimane prima del Conte II”, il che significa che le esportazioni di armamenti andarono avanti per tutto tutto il corso del Conte I.

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