Gli analisti finanziari vedono un aumento delle tensioni sullo spread tra Btp e Bund a causa dell’instabilita’ politica. I timori degli investitori su un “lungo periodo di instabilita’ politica in Italia possano portare lo spread nel breve termine a 250 punti base e nel medio sui 300 punti”, afferma Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di Ig Italia. Un “piano non convincente – aggiunge – per evitare la frammentazione finanziaria dell’eurozona (scudo anti-spread) potrebbe contribuire a un ulteriore ampliamento dei differenziali di rendimento. Infine, l’uscita di Draghi aumenta le probabilita’ che il Governing Council possa associare al nuovo programma di acquisto titoli condizionalita’ piu’ stringenti del previsto”. Sebbene i mercati finanziari abbiano retto l’urto di numerose crisi politiche in Italia nel corso degli anni, il “crollo del governo, in questo momento, non fa certo dormire sonni tranquilli agli investitori, viste le numerose sfide che incombono sulle prospettive economiche italiane”, sostiene Paul O’Connor di Janus Henderson. “Un ulteriore allargamento degli spread obbligazionari italiani – conclude – sembrerebbe molto probabile, in un contesto di prolungata paralisi politica e in un momento in cui l’economia italiana si trova ad affrontare molteplici venti contrari”.
Scrive l’analista dell’Ansa, Paolo Algisi, che “La crisi italiana ha appiattito i rendimento dei titoli di Stato italiani su quelli della Grecia, con i bond di Atene con scadenza a due anni che vengono ormai giudicati meno rischiosi di 13 punti base dei Btp di analoga durata, e quelli a 10 anni separati da solo 7 punti, il minimo da inizio 2022. David Zahn, capo del reddito fisso europeo di Franklin Templeton, ha ipotizzato che lo spread Btp-Bund possa schizzare a 300 punti base se i mercati non saranno convinti dallo strumento anti-frammentazione della Bce. “Un crollo del governo, in questo momento, non farebbe certo dormire sonni tranquilli agli investitori”, avverte Paul O’Connor di Janus Henderson: “un ulteriore allargamento degli spread obbligazionari italiani sembrerebbe molto probabile, in un contesto di prolungata paralisi politica e in un momento in cui l’economia italiana si trova ad affrontare molteplici venti contrari”. Ma anche la moneta unica, gia’ indebolita dal rischio di una recessione in Europa, patisce le turbolenze politiche che coinvolgono uno dei Paesi piu’ indebitati del Vecchio Continente, scivolando sotto quota 1,02 con il dollaro, e contribuendo a rafforzare la richiesta dei ‘falchi’ Bce per un aumento di mezzo punto base dei tassi”.
Foto di Baptiste Azais