“Se a giugno non saranno prorogate le moratorie su quasi 300 miliardi di euro di prestiti di aziende e famiglie, le conseguenze, economiche e sociali, in Italia, saranno devastanti. In particolare, sono 198 miliardi i finanziamenti congelati per 1,3 milioni di imprese e molte di queste aziende, portate inevitabilmente in sofferenza dalle banche, potrebbero fallire, con la conseguenza che salterebbero centinaia di migliaia di posti di lavoro”. Lo ha detto il segretario generale della FABI (Federazione autonoma bancari italiani), Lando Maria Sileoni, intervistato mercoledì mattina a Radio Globo. “Seri problemi anche per 1,4 milioni di famiglie, che finora hanno beneficiato della sospensione di mutui per 95 miliardi: se non hanno avuto i soldi per pagare le rate finora a causa della crisi economica causata dal Covid, non li avranno nemmeno fra 100 giorni. Questo vuol dire che le banche saranno costrette a tagliare tutti i loro affidamenti e molte famiglie, inoltre, potrebbero perdere la casa data in garanzia per lo stesso mutuo” ha aggiunto Sileoni, spiegando che “governo e Banca d’Italia si stanno già muovendo per convincere Commissione Ue ed Autorità bancaria europea (Eba) a far slittare il termine di giugno fino al termine della pandemia”
. A Radio Cusano Campus ha inoltre sottolineato: “Ci vuole una presa di posizione forte perché l’Italia non si può permettere di mettere in difficoltà 2,7 milioni di imprese e famiglie. Il settore bancario italiano dipende dalla Bce e per certi regolamenti dell’Eba, questa Eba è un ufo, perché mentre sappiamo tutto della Bce e della Commissione Ue, all’interno dell’Eba ci sono molti tecnocrati che vivono come se fossero nello spazio, hanno una profonda indifferenza nei confronti della situazione italiana e secondo me anche una certa forma di disprezzo, vanno quindi contrastati, non si può utilizzare la diplomazia con personaggi prevenuti. Bisogna mandare personaggi competenti a rappresentare l’Italia in questi ambiti. Sono certo che il governo Draghi e Bankitalia risolveranno il problema”.