Se basta un pizzaiolo di Savona per acquistare su Alibaba la macchina delle mascherine. Ma lo Stato che non dà protezioni che fa?

6 Aprile 2020
Lettura 2 min

di Max Rigano – Chi lo ha detto che il servizio pubblico non serve? Serve eccome. Per esempio domenica sera su Raidue, Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’ ci ha fatto sapere che un suo amico ristoratore, ha deciso di investire 140.000 Euro, 70.000 più le tasse e i dazi, per comprare una macchina in Cina, che permette di produrre circa 300.000 mascherine al giorno.

Cioè questo signore che vende pizze, pesce, pasta in un ristorantino di Savona, è riuscito a trovare su Internet, così ha raccontato, su Ali Baba, quello che nessuno al Ministero della Sanità, all’Istituto Superiore della Sanità, in regione Lombardia e al suo assessorato al Welfare, era riuscito a trovare: una macchina in grado di coprire il fabbisogno di mascherine in Italia.

Gli ha domandato infatti Fabio Fazio, che di questo ristoratore è amico essendo lui pure di Savona: che succederebbe se anziché comprarne una, di macchina, ne comprassi venti, per un totale di 2.800.000 Euro?

-Che saremmo in grado di coprire l’intero fabbisogno italiano in soli 10 giorni.Che anziché elemosinare agli altri paesi le mascherine, potremmo mettere in un solo capannone l’intera produzione nazionale di mascherine. Con soli tre milioni di euro, più i costi del trasporto. Diciamo che, stiamo larghi, con dieci milioni di euro, avremmo l’intera produzione e distribuzione delle mascherine in Italia.

Un ristoratore di Savona, che nel tempo libero se n’è andato su Internet, ha potenzialmente risolto un problema che attanaglia da due mesi l’intera classe dirigente italiana, ed ha fin qui causato quindicimila vittime.

Questo è il livello della politica e dell’amministrazione della cosa pubblica in Italia. Decine di manager, esperti, consulenti, amministratori, strapagati, non sono riusciti a fare quello che un pizzaiolo savonese è riuscito a fare durante il tempo libero, senza passare da Youporn.

Naturalmente questo giovane ristoratore non è riuscito ad avere tutte le regolari dichiarazioni di conformità: gli uffici, ha raccontato, sono chiusi per Coronavirus.

Un ristoratore di Savona ha nelle sue mani il destino di un Paese. Nel frattempo a Milano, il Governatore della Regione, Attilio Fontana, ha dichiarato per ordinanza che tutti devono indossare la mascherina. Anche se le mascherine non ci sono. Sostituibili a suo dire con qualsiasi altro strumento consenta la protezione di naso e bocca.

È troppo chiedere che alla fine di questa tragedia il Ministro della Sanità, il numero uno dell’Istituto superiore della Sanità, il Governatore della Lombardia e il suo Assessore al welfare, si diano alla pesca a vita, rassegnando le dimissioni per manifesta incapacità di fare almeno il minimo salariale, con quello che prendono, per salvare la vita alle persone?

In un paese civile, con questo numero di morti, avrebbero già dovuto provvedervi da soli. Invece, siamo in Italia. A Ladispoli, pochi giorni fa, tredici, dico tredici uomini delle forze dell’ordine, hanno fermato un ragazzo che andava vicino il lungo mare a spasso con il cane. A Foggia invece per l’ennesima volta un imprenditore che sta collaborando con la giustizia per contrastare il fenomeno del pizzo, s’è vista mettere per l’ennesima volta una bomba davanti al suo locale. Forze dell’ordine presenti: zero.

No, ma andrà tutto bene. Tranquilli.

Photo by Nick Bolton

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