Bene la cura della persona, giù arredo e moda: secondo le stime del centro studi Confimprese l’avvio dei saldi invernali presenta segnali disomogenei sui diversi settori merceologici. Nonostante le difficoltà del commercio e la preoccupazione congiuntura internazionale, le catene del retail mostrano un cauto ottimismo nelle categorie della cura persona e ottica con una stima del +10% a valore.
Previsioni negative, invece, per casa-arredo che, dopo un andamento con crescite importanti durante il Covid e negli anni successivi, ora è in difficoltà con previsioni in flessione del -10%. Anche per il fashion, che si lascia alle spalle un 2023 difficile, si prevede un calo pari al -5%. “Rispetto a un pessimismo generale – afferma Mario Resca, presidente Confimprese – riteniamo che ci siano alcuni indicatori economici positivi. Il quadro è complesso. Dopo un anno cui l”inflazione ha influito sulla tenuta della propensione ai consumi, l’Italia è tra i migliori Paesi dell’area Ue in termini di occupazione, la borsa di Milano è stata tra le migliori in Europa, spread e tassi d’interesse sono in rilasciato, è stato confermato il taglio del cuneo fiscale che mette più soldi in tasca ai ceti meno abbienti, il turismo interno e internazionale ha ripreso a correre sui livelli pre-covid.
Si tratta di fattori positivi che influenzeranno sulle scelte d’acquisto degli italiani.Per questo motivo ci aspettiamo sorprese positive dall’avvio dei saldi il 5 gennaio, le catene i retail sono resilienti rispetto al commercio tradizionale”.
Quattro italiani su dieci hanno già pianificato di comprare in saldo, con un budget medio previsto di 267 euro, e c’è un ulteriore 56% che acquisterà in caso di offerta interessante e che quindi non ha preventivato la spesa. Ma il cambiamento climatico complica la partita dei commercianti: le temperature eccezionalmente miti registrate tra ottobre e dicembre hanno quasi dimezzato (-46%) gli acquisti delle collezioni autunno-inverno, ed i negozi arrivano ai saldi senza avere praticamente mai avuto l’occasione di venderle a prezzo pieno. È quanto emerge da un sondaggio condotto da IPSOS per Confesercenti sulle vendite di fine stagione, integrato da un sondaggio condotta sulle piccole e medie imprese associate a Fismo, l’associazione dei negozi di moda Confesercenti. Il 40% ha già individuato cosa comprare, e prevede di acquistare entro domenica 7 gennaio, con un budget medio previsto di 267 euro a persona, anche se il 38% prevede di spendere meno di 150 euro. Una polarizzazione confermata dal fatto che la maggior parte assoluta dei consumatori – il 56% – comprenderà solo di fronte ad un’offerta convincente. Una quota in crescita rispetto agli scorsi anni, segnale di una maggiore attenzione da parte delle famiglie: l’onda lunga dell’acquisto pesa ancora sui bilanci, e l’acquisto in saldo diventa meno impulsivo e più ragionato.
Chi è intenzionato a comprare cerca soprattutto calzature – 58% delle indicazioni – seguite a stretto giro da maglioni e felpe (56%). La classifica dei desiderati degli italiani per i saldi invernali 2024 prosegue con l’intimo (34%), gonne e/o pantaloni (33%), magliette, canottiere e top (29%), camicie e camicette (27%). Sotto la media le indicazioni per capispalla (21%, lo scorso anno erano il 27%). Il 19% cercherà una borsa, mentre il 17% un abito/completo; il 15% si orienterà invece sulla biancheria per la casa, il 13% su foulard, cappelli e altri accessori. Il 12% dei consumatori segnala interesse per l’acquisto di cinture e il 10% per articoli di piccola pelletteria, portafogli e portacarte. Sui saldi, i negozi fisici mantengono saldamente l’attrazione dei consumatori: li sceglie l’83%, contro il 51% che prevede di acquistare online. A convincerli è la sensazione di avere più garanzie presso un punto vendita fisico, confermata dal 47% degli intervistati. A partecipare alle vendite di fine stagione sarà l’85,5% delle medie e piccole imprese del commercio moda, anche se il 92,1% ritiene che la data di inizio – appena una manciata di giorni dopo l’inizio ‘astronomico’ dell’inverno, il 21 dicembre – sia troppo anticipata. Una percezione fortemente acuta quest’anno, dopo un autunno inverno dalle temperature più miti del normale. Un cambiamento climatico che ha inciso sulle vendite del 96% delle imprese, che segnalano un calo medio del -46% delle vendite dei prodotti delle collezioni autunno inverno.
“Bisogna rivedere le norme che disciplinano le vendite di fine stagione”, commenta Beniamino Campobasso, Presidente nazionale di Fismo Confesercenti. “I saldi iniziano in un periodo eccessivamente precoce rispetto alla fine stagione, laddove, se si espletassero nel giusto periodo, rappresenterebbero un’occasione di grande interesse economico, sia per gli operatori commerciali che per i consumatori. Le piccole e medie imprese del commercio non hanno un lasso di tempo sufficiente per commercializzare le merci a prezzo pieno, e si vedono costrette a svendere un saldo per seguire l’onda dettata da GDO e commercio on line. A ciò si aggiunge il fatto che le condizioni climatiche, con le temperature praticamente estive che si sono protratte durante tutto il periodo autunnale, hanno pesantemente condizionato negativamente il lancio della vendita di capi invernali: la stagione fredda, a quanto pare, arriverà solo dopo l ‘avvio dei saldi, con Burian. Per questo, come Fismo, continuiamo a chiedere di posticipare l’inizio degli sconti ad una data più vicina a quella della vera fine della stagione”.