Roma non cambia neppure di fronte ad una emergenza

22 Maggio 2020
Lettura 1 min

di Luigi Basso – Dopo giorni di attesa, è nato, il Decreto Rilancio.
Si tratta di un provvedimento omnibus di 266 articoli che ha poco a che vedere con i requisiti di necessità ed urgenza previsti dall’art. 77 della Costituzione, se non altro perché lo stato di emergenza è stato deliberato quasi 4 mesi fa.
Ma queste sono quisquilie da vestali che cercano il pelo nell’uovo.
Da una prima lettura si tratta di una miriade di interventi economici a pioggia, di poca utilità pratica, interamente finanziati con nuovo debito per circa 60 miliardi di euro.
Interamente finanziati con nuovo debito, cioè senza alcun risparmio o taglio alla famosa spesa improduttiva.


Il Governo manda dunque un messaggio chiaro: Roma non cambia neppure di fronte ad una emergenza come il Coronavirus, non si tocca 1 centesimo di spesa pubblica parassitaria, non si tocca nessuna rendita.
Neppure di fronte all’epidemia.
Ogni persona ed ogni famiglia, da febbraio, ha modificato, chi più chi meno, le proprie abitudini di sospesa: si sono eliminati molti agi, si sono ridotti i consumi non essenziali.
A Roma no.
A Roma si continua con la spesa allegra e gli interventi a pioggia si finanziano con nuovo debito.
D’altra parte, cosa vi aspettavate da uno Stato così ?
Le previsioni del DEF di un mese fa sono già carta straccia: ma anche queste sono fisime di vestali che sanno solo stracciarsi le vesti. O no?

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