di Gigi Cabrino – Oltre al presidenzialismo l’altra proposta di Giorgia Meloni è quella di riformulare il pnrr, visto che da quando è stato concepito è cambiato lo scenario internazionale.
È vero che le cose sono cambiate, ma a spiegare che i fondi europei sono assegnati su progetti banditi e approvati ed erogati man mano che questi vanno avanti, sia per il PNRR che per qualsiasi finanziamento europeo, ci ha pensato Draghi nella conferenza stampa di fine legislatura.
“La specifica questione se rivedere o meno il Pnrr è tema di campagna elettorale, lo lascio un po’ da parte, ma cerchiamo di capire: si può rivedere ciò che non è stato bandito, e siccome è stato quasi tutto bandito, c’è poco da rivedere. Se ci sono progetti che possono essere sostituiti con altri, non credo sia un problema. Ma affronterei la qustione non come fatto ideologico ma pragamatico. Da quando il Pnrr ci è stato dato è cambiato tutto, ciò nonostante molti progetti sono andati avanti.
Detto questo, si veda… Non riesco a capire come possa diventare una questione così dirimente per il futuro politico del Paese, ma sapete mi mancano un po’ alcune percezioni… Quello che è stato fatto è stato fatto, non c’è grande possibilità da fare”.
Cose che chi si candida a governare il paese, in Parlamento dal 2006 come vicepresidente della Camera prima e come ministro poi, con un’esperienza politica di trent’anni, dovrebbe sapere.
È preoccupante che nessuno dei collaboratori stretti della Meloni non glielo abbia fatto presente prima, riformulare il pnrr è poco più che uno slogan.