Pepp piigs e l’Europa più seria dell’Italia di lotta e di governo

5 Giugno 2020
Lettura 2 min

di Luigi Basso – Nella confusione creata ad arte, da mesi, dal Governo, dalle Opposizioni, dai giornali mainstream, dai media, ieri si è avuta una giornata di eccezionale trasparenza e verità.
Manco a dirlo, lo scenario in cui si sono svolti gli avvenimenti era ben distante dalle nebbie Romane, essendo collocato negli uffici ovattati della BCE.


Al termine della riunione della Banca Centrale Europea la Presidente francese di turno, Christine Lagarde, ha dichiarato che il PEPP, il Piano di acquisto dei titoli di Stato dei Paesi membri della zona Euro, versione pandemica del noto PSPP, inizialmente (metà marzo) fissato in 750 miliardi, sarà quasi raddoppiato con altri 600 miliardi.


Il Programma di acquisto andrà avanti minimo per un anno, ma probabilmente di più per via delle previsioni sull’economia dell’eurozona che peggiorano in modo veloce e preoccupante.


Dunque la Lagarde ha ammesso che la situazione è grave lasciando intendere che, contrariamente a quanto aveva detto 80 giorni fa circa, se la BCE non intervenisse a comprare titoli di Stato, l’euro salterebbe per aria.
In questo scenario, manco a dirlo, il Paese messo peggio è l’Italia, come dimostra il fatto che è lo Stato che beneficia più di tutti degli acquisti Bce (40 miliardi in 2 mesi, aprile e maggio) in proporzione al capital key, ossia al limite massimo di acquisti posto dai Trattati (ma questa è un’altra storia, che porta direttamente a Karlsruhe….).


Le confessioni della Lagarde sono gravide di considerazioni :


1 i dirigenti europei sono molto più seri dei loro colleghi italici, perché dicono meno balle;
2 senza il metadone della Bce l’Italia sarebbe già in qualche fosso, con buona pace dei sovranisti italioni all’amatriciana;
3 dato che l’Italia prende un sacco di soldi dalla Bce, 40 miliardi, questo le consente di tirare a campare senza dover affrontare i suoi atavici problemi strutturali, in primis la riforma della forma di Stato Borbonica, modello Satrapie orientali;
4 la pochissima sovranità italica è venduta a piccoli pezzettini ad ogni asta di BOT, senza un progetto che non sia il galleggiare, il tirare a campare: in fondo a questo limbo nessuno sa cosa troveremo: la trojka? il caos? lo Stato più a nord dell’Africa?
5 l’unica carta in mano al Governo italico è la misericordiosa benevolenza degli stranieri d’oltralpe, poiché l’unica cosa che i politici italiani sanno fare dall’epoca di De Gasperi è andare col piattino in mano all’estero a chiedere la carità: l’uscita dall’euro, per dire, è uno slogan per sedurre il popolino bue, da usare solo se si è all’opposizione e fintanto che ci si rimane;
6 il repentino cambio di idea della Bce a cosa è dovuto? La situazione è così grave che anche i “cattifi teteschi” hanno deciso di mettere mano al portafogli per salvare l’eurozona? Oppure la mossa della Lagarde è una sfida alla Corte Costituzionale Tedesca sul QE? O, infine, il super PEPP è solo una pezza per dare tempo e modo alle Banche (francesi su tutte) di uscire dal debito italiano, ormai sul punto di esplodere, lasciando in pancia alla Bce (che in caso di effettivo disimpegno tedesco ad agosto diventerebbe una sorta di bad bank) un sacco di carta da parati tricolore?


Comunque stiano le cose, è certo che la cortina fumogena in Italia sull’argomento è impenetrabile: ma sfuggire alla realtà non serve.

Foto di Charles Deluvio

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