di Gigi Cabrino – Il vicepresidente di Confindustria Maurizio Stirpe in un’intervista al sole 24 ore si è soffermato sulla trasformazione del mondo del lavoro.
“Il nostro è un sistema già pronto e orientato ad andare verso un’accelerazione delle procedure di rinnovo dei contratti. In questo momento anche considerando i contratti scaduti da meno di 12 mesi, abbiamo un tasso di rinnovo intorno al 95%. Nel 5% che rimane ci sono situazioni che presentano incrostazioni che contiamo entro fine anno di poter rimuovere, in collaborazione con le associazioni di categoria”.
E sulle innovazioni portate da industria 4.0 osserva Stirpe:
“Il minimo comune denominatore di Industria 4.0 e della transizione digitale ed energetica sarà quello di spostare il focus da un rapporto di lavoro di tipo quantitativo a un rapporto di lavoro di tipo qualitativo: “non sarà più importante la quantità ma la qualità delle ore che si lavorano. E la parte più importante sarà il risultato che si ottiene. È una rivoluzione in fieri ma nel giro di qualche anno questi aspetti prenderanno il sopravvento. Non è solo un tema del sindacato. È tutto il mondo del lavoro che deve fare un grosso sforzo per cogliere le opportunità che ci sono dietro le evoluzioni del mercato del lavoro. Tutti i processi in atto – ha sottolineato Stirpe – portano sempre più a una logica di partecipazione all’interno delle aziende, secondo cui si condividono gli obiettivi e gli strumenti per raggiungerli. Ma questo può avvenire se esiste armonia. In generale ci dobbiamo dimenticare un sistema di relazioni industriali basato sul conflitto per accedere a un sistema basato sulla condivisione”.
E sul salario minimo “Il sistema delle relazioni industriali in Italia ha puntato molto sulla contrattazione collettiva tant’è che noi abbiamo l’80% dei lavoratori coperti dai contratti collettivi nazionali di lavoro. La direttiva europea sul salario minimo non si riferisce sicuramente al mercato del lavoro italiano, ma è evidente che è un tema che non ci appassiona perché i nostri minimi sono bene al di sopra della soglia dei 9 euro lordi individuata. Non è un tema che potrebbe creare problemi alla Confindustria, ma andrebbe poi creata una modulazione tra livello del reddito di cittadinanza, salario minimo, Tem e Tec. Per di più in Italia esiste già una sorta di salario minimo perché quando il giudice affronta una controversia legale fa riferimento al minimi retributivi e contributivi di una legge del 1989 che contiene già la fissazione dei minimi retributivi e contributivi”.