L’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha svolto ispezioni nei sedi delle società Eni Spa, Esso Italiana Srl, Italiana Petroli Spa, Kuwait Petroleum Italia Spa e Tamoil Italia Spa. Le irregolarità riscontrate riguardano l’applicazione alla pompa di un prezzo diverso da quello pubblicizzato, nonché l’omessa comunicazione dei prezzi dei carburanti.
“Si è fatto presto in questi giorni a gridare prima alla speculazione da parte dei distributori/gestori e poi alla totale responsabilità delle dinamiche legate alla componente fiscale dei carburanti, mentre le compagnie petrolifere come al solito uscivano indenne dal dibattito.La verità è che i prezzi dei carburanti in Italia sono da tempo soggetti a stranezze sia fiscali (se il prezzo aumenta sui mercati anche lo Stato ci guadagna) sia sul fronte del disallineamento tra quotazioni del petrolio e prezzi alla pompa. nei giorni scorsi abbiamo chiesto che si faccia chiarezza sulla ‘dinamica dei prezzi di produzione’ e questa chiarezza può farla solo l’ Antitrust“. Lo afferma Consumerismo No Profit, commentando l’indagine aperta dall’Autorità per la concorrenza sui prezzi di benzina e gasolio in Italia.
“Concorrenza sleale, pratiche commerciali scorrette o posizioni dominanti non si appurano in un giorno, ma hanno bisogno di un lavoro certosino che siamo sicuri l’ Antitrust saprà fare bene – spiega il presidente Luigi Gabriele -. Nel frattempo ribadiamo: se vogliamo far scendere i prezzi dobbiamo prima di tutto ridurre i consumi inutili, ei consumatori in questo processo possono contribuire drasticamente. Ricordiamo come andarono le cose durante i lockdown: niente veicoli privati in circolazione, prezzi alla pompa crollati. Condividete le auto, camminate a piedi usate mezzi alternativi, ei listini ai distributori scenderanno sensibilmente”, conclude Gabriele.
Foto di Marek Studzinski