La combinazione tra contratti di lavoro di breve durata e intensita’ e una bassa retribuzione oraria si traduce in livelli retributivi annuali decisamente ridotti. La crescita dei prezzi osservata dalla seconda meta’ del 2021 fino a maggio 2022, in assenza di ulteriori variazioni al rialzo o al ribasso, potrebbe determinare a fine anno una variazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo pari a +6,4 per cento. Senza rinnovi o meccanismi di adeguamento cio’ comporterebbe un’importante diminuzione delle retribuzioni contrattuali in termini reali che, a fine 2022, tornerebbero sotto i valori del 2009. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale 2022 dell’Istat. Inoltre – aggiunge Istat – la presenza all’interno della famiglia di individui che si trovano in una posizione di svantaggio rispetto al mercato del lavoro puo’ determinare condizioni di forte disagio economico

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