“Informatizzazione si’ ma senza lasciare indietro nessuno perche’ la facilita’ d’accesso per molti puo’ diventare una barriera, per altri una discriminazione”. E’ l’appello lanciato dal Sindacato pensionati (Spi) della Cgil di Treviso in relazione alla moltiplicazione di casi di persone anziane che si rivolgono agli sportelli del sindacato per chiedere aiuto nell’accesso e nella gestione di documenti e identita’ digitale. “Una questione – e’ la posizione della Cgil – per nulla banale, da un lato per la necessita’ di possedere e di saper utilizzare gli strumenti tecnologici indispensabili a questo scopo, dall’altro per la necessita’ di delegare intermediari sociali a gestire dati personali, con riflessi sulla sfera della tutela della privacy”. Per il sindacato l’introduzione dello Spid (identita’ digitale) “sicuramente rappresenta un’evoluzione per la gran parte della popolazione ma, senza alcuni correttivi e servizi sostitutivi, rischia di diventare un incubo per alcune categorie di persone. Per questo – e’ la conclusione – non si possono totalmente abbandonare forme di sportello, cosi’ come si vede necessario autorizzare gli intermediari qualificati (patronati, sindacati di categoria, Caaf ecc.) a operare su delega per conto di chi lo richiede”.

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