Incredibile. Il governo esclude le zone rosse dai fondi per il rilancio. De Luca e Zaia guidano la protesta nel mutismo generale

22 Maggio 2020
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Da non credere. Uno scivolone che segna probabilmente il destino del governo. Si passa dai boss scarcerati al reddito di cittadinanza alle ‘ndreine per arrivare all’esclusione delle ex zone rosse dai fondi per sostenere le aree che per prime hanno subito il lockdown.

Il governatore del Veneto Zaia ha già annunciato ricorso: “Questo decreto verrà buttato nel cestino e dovrà essere riscritto”. Il governatore della Campania De Luca a ruota, critica la scelta “di escludere le ex zone rosse (Vallo di Diano, area Ariano Irpino) dal Fondo dedicato alle aree colpite dall’emergenza Covid” e chiede una correzione al governo. Sul tema interviene anche il ministro degli Esteri Di Maio che chiede una modifica al decreto durante la conversione in Parlamento per “estendere i fondi a tutti i comuni diventati zona rossa durante questa pandemia”.

Ma Di Maio, dov’era quando in consiglio dei ministri hanno lavorato sul decreto=

Il Veneto ricorrerà di sicuro. “Abbiamo dato incarico già al professor Bertolissi”, ha annunciato Zaia ai giornalisti. Nella prima stesura del Dl Rilancio, ha riepilogato Zaia, “c’è stata una dimenticanza delle zone rosse venete, dopodiché il decreto viene bollinato e diventa legge. Poi in maniera irrituale, e gli esperti giuristi dicono di non aver mai visto una cosa del genere, con un comunicato ‘errata corrige’ si mette in Gazzetta un nuovo testo, e noi siamo scomparsi”. Zaia ha quindi specificato che “noi non abbiamo solo Vo’, abbiamo Treviso, Venezia e Padova. Quelle sono le famose tre zone rosse istituite l’8 marzo, che arrivano in coda ai 10 Comuni del Lodigiano, alle province di Brescia e Bergamo, Lodi e Piacenza. Dopo 24 ore da quell’8 marzo l’Italia diventa tutta zona rossa, ma nessuno ha revocato le nostre, che vanno a braccetto con quelle lombarde. Il Decreto dice che deve essere stata zona rossa almeno per 30 giorni; le zone rosse sono state revocate il 13 aprile. Per magia – ha concluso – sono sparite le zone del Veneto e sono rimaste quelle dell’Emilia Romagna e della Lombardia. Questo decreto verrà buttato nel cestino e dovrà essere riscritto, perché a mio avviso – ha concluso – è assolutamente imbarazzante per noi vedere quello che sta accadendo”.

Le voci in campo sono sempre le stesse. Per il Sud De Luca, per il Nord, Veneto in primis, Zaia. Il resto dei leader politici tace?

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