”Il divieto di consumazione al banco è privo di fondamento giuridico e sanitario. Se il governo non vuole contraddire sé stesso, dovrebbe chiarire una volta per tutte e in maniera inequivocabile che bere un caffè al banco e mangiare un croissant è possibile e, con il giusto distanziamento interpersonale, privo di rischi. Ci aspettiamo che si metta subito mano ad un intervento che ristabilisca la possibilità di consumare al banco”. E’ il monito che arriva da Fipe-Confcommercio sul tema delle consumazioni al banco, da sempre consentite in zona gialla, non esplicitamente vietate dal nuovo decreto, ma impedite da una circolare diffusa il 24 aprile dal Viminale. “Questo – conclude il vicepresidente vicario Aldo Cursano – è un attacco al modello del bar italiano, che noi vogliamo invece difendere lanciando una campagna a livello nazionale. Un modello, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, fatto di caffè bevuti velocemente, al bancone, tra una pausa e l’altra e accompagnati al massimo da un salato o un dolce. Un’abitudine per milioni di italiani che è linfa vitale per i 144 mila bar del nostro Paese che dall’inizio della pandemia hanno registrato una perdita di fatturato di 8 miliardi di euro e una riduzione della forza lavoro pari a 90mila persone”.
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