I sindacati lombardi alla Triplice: Inps, Inail e Agenzia Entrate si sono ritirati! Uffici chiusi, ma lavoratori senza tutele a laurà!

16 Marzo 2020
Lettura 2 min

Qui non si regge più! Lo scrivono Cgil, Cisl e Uil lombarde ai vertici nazionali. E raccontano di una Lombardia che non chiude le aziende, i centri commerciali, e soprattutto con i patronati che si trovano a dover accogliere pratiche e istruirle, in queste settimane in seria difficoltà. Perché Inps, Inail e uffici del fisco “si sono ritirati”. Chiusi. Mentre gli altri lavorano. La lettera che pubblichiamo di seguito testimonia il disagio di un territorio allo stremo. Chi può lavora da casa, chi non può lo fa senza sicurezze, tornando poi a casa a infettare potenzialmente la famiglia che si è barricata senza uscire.

Ai Segretari Generali
Maurizio Landini – Annamaria Furlan – Carmelo Barbagallo
Caro Maurizio, cara Annamaria, caro Carmelo,
vorremmo innanzitutto dirvi che non intendiamo scaricare su di voi la responsabilità della decisione, ma che l’insieme del gruppo dirigente deve assumere, con grande responsabilità, delle decisioni.
In Lombardia, come ognuno di noi ha già avuto modo di dirvi in questi giorni/ore, non reggiamo più con i provvedimenti adottati e soprattutto con le modalità operative con cui i provvedimenti si esplicano.


Nella drammaticità della situazione dobbiamo avere il coraggio di dire PRIMA la salute pubblica e poi l’economia: applicare questo principio significa determinare, chiedere che si determino, non libere scelte d’impresa ma un coordinamento e un’azione di cosa serve in
questo momento, quali sono i servizi indispensabili e con quali modalità questi servizi si svolgono, e cosa deve subire uno stop per un periodo.


Messa in salvaguardia degli impianti ma non produzione, regolazione delle attività considerate essenziali modulandone le attività (ad esempio orari), tutto ciò utile a verificare se questo determinerà un rallentamento dell’espansione del virus.
Non tiene un comportamento collettivo in cui la sera si sta in casa e durante il giorno si sta in luoghi promiscui per produrre. Non regge una situazione in cui ci sono alcuni che possono lavorare da casa e altri debbono lavorare in luoghi comuni –a volte e capita sempre più senza
mensa e senza spogliatoi e docce- perché la produzione non si può fermare.

Non regge l’assalto ai supermercati con i lavoratori e le lavoratrici della grande distribuzione costretti a lavorare spesso senza alcuna protezione e/o indicazione. Determinare questa grande fermata collettiva significa anche provare ad aiutare e sostenere il lavoro infinitamente prezioso del personale sanitario: non dobbiamo dire a voi qual è la situazione delle strutture ospedaliere, della condizione di tutto il personale sanitario ma
continuare come ora significa che anche loro ad un certo punto –e siamo qui in Lombardia molto vicini al limite- non solo dovranno scegliere chi salvare, non solo tantissimi di loro saranno ammalati, ma non riusciranno a salvare più nessuno.


Non sappiamo dire se gli ammortizzatori, che certamente sono indispensabili, saranno l’unica misura e saranno sufficienti: forse sarà necessario che ognuno faccia la sua parte, con equità e in modo generalizzato senza distinzioni anche tra coloro che noi rappresentiamo, ma è inderogabile, a nostro giudizio, che ci si fermi.

Così come, per concludere, noi dobbiamo, inevitabilmente, produrre da subito un rallentamento delle nostre attività di tutela. Così come l’intera popolazione, anche noi siamo attraversati da paure, da comportamenti più o meno razionali, ma pur avendo continuato fino ad oggi a fornire servizi, tutele, ascolto, risposte ai bisogni dei cittadini, in un panorama
in cui gli enti pubblici si sono ritirati (INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate, sportelli comunali e potremmo continuare), oggi non siamo più in grado.

In molte strutture abbiamo sindacalisti e sindacaliste colpiti dal virus o messi in quarantena e questo, inevitabilmente, provoca la responsabilità in ognuno di noi, di come tutelare sia coloro che operano nelle nostre organizzazioni sia coloro che entrano nelle nostre sedi.

Noi possiamo continuare a difender e tutelare coloro che rappresentiamo, anche di fronte allo stop che stiamo proponendo, ma con modalità diverse da quelle finora adottate. Nelle prossime ore proveremo a concordare e a farvi sapere come intendiamo far funzionare le nostre attività e vi terremo, ovviamente, aggiornati. Ci toccano scelte difficili, ma ancora una volta non abbiamo dubbi che il sindacato confederale, CGIL CISL UIL, sapranno fare la scelta giusta, insieme.

Cgil Lombardia Il Segretario Generale Elena Lattuada

Cisl Lombardia Il Segretario Generale Ugo Duci

Uil Milano Lombardia Il Segretario Generale Danilo Marghitella

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