Appuntamento e tampone negativo sono diventati i requisiti base per lo shopping in store, pensati come soluzione efficace per il rilancio del commercio al dettaglio. Tuttavia, se si analizzano i dati sul consumo, i rimedi sopra citati non appaiono sensati ne’ dal punto di vista economico ne’ da quello di sostegno alla ripresa: infatti, le perdite nette registrate nel 2021 hanno ridotto il fatturato di almeno il 50% rispetto al 2019. Con un bilancio intermedio cosi’ critico, l’associazione di categoria tedesca del commercio HDE (Handelsverband) sottolinea che, a causa dei Lockdown e delle chiusure forzate, il traffico commerciale al dettaglio nei primi cinque mesi del 2021 e’ diminuito di un valore pari a 40 miliardi di euro in confronto allo stesso intervallo di tempo pre-pandemia.
Se da un lato, quindi, la ‘nuova normalita” rialza il morale degli esercenti, dall’altro, le regole per lo shopping appaiono in contrasto con il principio di efficienza economica: gli acquisti con obbligo di tampone hanno generato una perdita media del 60% sul fatturato rispetto al 2019, mentre quelli su appuntamento hanno ridotto le entrate di circa il 50%. A consuntivo, un terzo del fatturato e’ andato perso a causa delle limitazioni d’accesso della clientele ai punti vendita. In aggiunta, si intensificano anche le paure della maggioranza degli esercenti nel settore abbigliamento (53%) che, senza ulteriori aiuti statali, temono la chiusura definitiva della propria attivita’ nel 2021.