Federalismo fiscale? Mai visto. E quello che chiamano così, tranquilli, lo spostiamo al 2023. Annuncio dato dai parlamentari M5S della commissione Bicamerale per l’attuazione del federalismo. “Lo avevamo annunciato e così è stato: all’articolo 16 del decreto ristori quater si dispone il rinvio del federalismo fiscale al 2023, scongiurando il pericolo di una sua immediata entrata in vigore dopo lo stralcio dell’articolo 151 della legge di Bilancio”.
E proseguono: “Il dettato del decreto legislativo 68 del 2011, infatti, andrebbe a riordinare la fiscalità locale secondo i principi di un federalismo monco, essendo privo ad oggi di una corretta definizione dei Livelli Essenziali di Prestazione (Lep). E’ un tema che andrà affrontato con il massimo rigore e senza fretta quando la pandemia sarà finita, anche perché in gioco c’è la tenuta sociale e territoriale del Paese. La priorità oggi, nel pieno dell’emergenza, è evitare cambiamenti drastici nella modalità di finanziamento delle regioni e degli enti locali, che sono i principali erogatori di servizi pubblici. In prospettiva, oltre a contenere le diseguaglianze territoriali attraverso misure come il Reddito di Cittadinanza, il Reddito di Emergenza e i 400 milioni per i buoni spesa, andrà sciolto il nodo storico del dualismo Nord Sud attraverso un piano di investimenti pubblici mirato”.
Dualismo da superare attraverso il principio di responsabilità di spesa o secondo altri principi?
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