di Stefania Piazzo – Non è una notizia di oggi. Ma è una doppia notizia perché racchiude l’essenza della politica: la coerenza. L’antefatto: Federlegno mesi fa denuncia il fatto che la Germania abbia di sua iniziativa ridotto le soglie di formaldeide nei pannelli di legno e nei loro derivati, limite che Berlino abbassa rispetto a quanto prevede l’Europa. Scoppia il caso perché il made in Italy che nel legno vede la punta di diamante nel design e nella produzione di qualità, viene di fatto bloccato. Danni inenarrabili, Nessuno ne parla. La politica litiga sul Mes e sul sentimento antiMerkel. Ma non focalizza dove sta il problema vero: nella formaldeide. Miliardi di export.
L’11 febbraio gli europarlamentari italiani tutti appassionatamente inviano una lettera al commissario europeo per la concorrenza del mercato per chiedere chiarezza. Eccola.
Poi che succede? Succede che arriva qualche mese dopo la risposta. E siamo ai giorni nostri, a giugno. La Commissione europea risponde e dà ragione al problema sollevato da Federlegno e fatto proprio a gran voce da tutti gli eurodeputati di casa nostra.
“Che la Germania avesse violato il rispetto delle regole del diritto comunitario abbassando unilateralmente i valori massimi di formaldeide necessari affinché pannelli in legno e suoi derivati provenienti da altri Paese europei potessero varcare i confini tedeschi, era cosa a noi nota da oltre un anno, cioè da quando abbiamo intrapreso la nostra battaglia contro una presa di posizione tedesca – fa sapere in una nota FederlegnoArredo e Assopannelli – che ha stracciato le regole del mercato unico e le norme da esso disciplinate a discapito delle nostre aziende costrette a sobbarcarsi costi aggiuntivi per adeguarsi a una norma che, nella pratica, ha creato una barriera commerciale. Una presa di posizione che oggi ha trovato l’autorevole conferma del commissario europeo Breton con una lettera inviata ai 34 eurodeputati che hanno sollevato il problema in sede europea, ribadendo quanto da noi sostenuto nell’ultimo anno”.
Partono le reazioni alla nota. Replica il Pd, con Brando Benifei, capodelegazione PD al Parlamento europeo. La nota corre pure negli uffici stampa dei partiti… Ma il solo che prende carta e penna per stare sul pezzo e bruciare gli altri distratti a fare altro è Fratelli d’Italia, niente meno prendendo molto sul serio la faccenda.
L’on. Giorgia Meloni commenta così: “La Germania introduce dei dazi occulti contro il Made in Italy, nel totale silenzio del Governo Pd-M5s (e potremmo aggiungere della Lega un po’ distratta, nonostante si parli di Germania ndr). In violazione di ogni norma europea sul mercato unico, la Germania ha stabilito che il marchio Ce non è sufficiente per ammettere la libera circolazione delle merci comunitarie sul proprio territorio e ha introdotto unilateralmente ulteriori standard. Ultimo caso ”i limiti di emissione di formaldeide nei pannelli in truciolato e fibra di legno”. Un dettaglio? No. Guarda caso questa norma penalizza enormemente la filiera del mobile italiano. Il Governo Conte rimarrà in silenzio anche su questo, per non indispettire la signora Merkel?”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
E vuoi che non sappia Fratelli d’Italia che il comparto legno vuol dire centro-nord, anzi, particolarmente nord?
Ecco la conferma della pratica di concorrenza sleale da parte della Germania. Non meritava una secca presa di posizione, questa volta? Qui sì, furbetta Merkel!
Photo by İpek Aydoğdu