Fallimento del reddito di cittadinanza. Il 70% dopo 3 anni lo riceve ancora. Lavoro zero

19 Febbraio 2022
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Nei primi tre anni di vita il Reddito e la pensione di cittadinanza sono stati erogati a quasi 2 milioni di nuclei familiari, per un totale di 4,65 milioni di persone, e una spesa complessiva che si aggira sui 20 miliardi di euro. A scattare la fotografia è l’Inps in un rapporto dedicato ad uno degli interventi che è stato e resta al centro di un infuocato dibattito politico. Neonati e centenari, famiglie numerose e single, studenti e lavoratori, pensionati, inattivi e disoccupati: un bacino consistente, articolato, eterogeneo, accomunato dalla mancanza o dalla scarsità di un reddito familiare. Ma a distanza di 33 mesi dall’avvio del provvedimento il 70% di quelli che fecero domanda nell’aprile del 2019 risulta ancora beneficiario dell’assegno. Un dato che conferma come il provvedimento abbia di fatto assolto essenzialmente ad una funzione assistenziale bucando, quasi del tutto, quella missione originaria di fare da tramite all’ingresso del mondo del lavoro. La persistenza, come spiega ancora l’Inps sembra essere soprattutto legata alla nazionalità del richiedente, alla composizione del nucleo, all’area geografica di residenza e a indicatori economici. E se per il 48,1% della platea del 2019 la ricerca di un’eventuale posizione lavorativa non era di interesse in quanto “minorenni, anziani, disabili, titolari di pensione” anche per quel 58,2% della platea che sarebbe potuto essere ‘teoricamente occupabile’ molti erano i fattori ostativi: “l’anzianità contributiva totale maturata ai fini del diritto alla pensione era in media di circa 6 anni. Soggetti dunque che all’atto della prima domanda di Rdc erano da almeno quindici mesi fuori dal mercato del lavoro attivo e senza neanche prestazioni a sostegno del reddito, congedo di maternità, malattia, eccetera. L’età media elevata e l’anzianità contributiva bassa evidenziano uno scarso attaccamento al mercato del lavoro”, spiega l’Inps.

In una parola, dice ancora, si trattava e si tratta tutt’ora “di un insieme di persone ormai da tempo inattive oppure disoccupat e e quindi ampiamente classificabili come vulnerabili”. L’importo dell’assegno legato al reddito di cittadinanza al 31 dicembre scorso si attesta a 577 euro molto più alto di quello previsto per la pensione di cittadinanza che non ha superato mediamente i 281 euro. Il 44,7% dei nuclei sono mono componenti e il 67,3% senza minori mentre i nuclei con disabili ammontano al 17%. Oltre il 40% dei nuclei beneficiari di Rdc/Pdc inoltre riceve anche l’integrazione economica per il canone di locazione.

“Che la misura abbia previsto una integrazione per il canone di locazione è un fatto importante, perché l’indisponibilità della casa di abitazione espone a un maggiore rischio di povertà”, annota ancora l’Inps. Infatti dai dati dell’Osservatorio Isee dell’Inps sulla popolazione italiana che presenta il Dsu emerge una forte correlazione tra classe di reddito Isee bassa e maggiore probabilità di pagare un canone di locazione: più il reddito è basso, più è probabile che il nucleo paghi un affitto.A livello provinciale sul podio per incidenza dei percettori di Rdc rispetto agli abitanti ci sono Napoli, Crotone, Palermo, Caserta, Catania.

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