L’aumento dei prezzi sta costringendo quasi 6 italiani su 10 (il 57%) a ridurre le risorse destinate allo shopping, il 53% a ridurre i consumi di energia elettrica, il 51% a ridurre le spese per attività culturali e di svago, il44% a ridurre i consumi di gas. Una tendenza destinata a proseguire nell’immediato futuro, con il 57% che si vedrà costretto a ridurre o evitare le spese in divertimenti, il 52% le cene fuori ei viaggi, il 48% i prodotti in consegna, il 47% i piatti pronti . Sono queste, in sintesi, le principali evidenze che emergono dal report FragilItalia, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, in base ai risultati di un sondaggio condotto su un campione rappresentativo della popolazione, per testarne le opinioni relative al tema ”Inflazione e consumi”. I risultati del sondaggio confermano come l’identificazione sia una ”tassa” che impatta in modo più pesante sui ceti più deboli. Nel ceto popolare, infatti, la riduzione dello shopping interessa il 74% degli italiani (contro il dato medio del 57%), quella del consumo di energia elettrica il 71% (contro il 53%), quella delle spese per attività di svago il 66% (contro il 51%) e quella del consumo di gas il 56% (contro il 44%).
È comunque da evidenziare come, rispetto alla precedente rilevazione (del settembre 2022), a livello medio complessivo calino, rispettivamente di 10 e di 12 punti percentuali, le quote di chi ha dovuto ridurre i consumi di energia elettrica e di gas. La tendenza attuale, come già accennato, è destinata a proseguire. Le voci che riguardano le prime quattro posizioni nella classificazione delle riduzioni di spesa o delle rinunce previste nell’immediato futuro (57% per i divertimenti, 52% per cene fuori ei viaggi, 48% per prodotti in consegna, 47% per i piatti pronti ) sono seguite dalla riduzione della spesa o dalla rinuncia all’acquisto per prodotti di elettronica (46%), della cultura (45%), di abbigliamento (41%), di bellezza (40%), di scarpe (39%). Relativamente alla spesa alimentare, il pesce guida la classificazione delle percentuali di chi dovrà rinunciare o ridurne il consumo (31%), seguito dai consumi di gas ed energia elettrica (28%), animali e carburanti (tutti al 27%).