Dal Vangelo secondo il Rapporto G30: il futuro dell’Eurozona

20 Dicembre 2020
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di Marcus Dardi – Mario Draghi e Raghuram Rajan, ex economista FMI e ora Presidente della Banca Centrale Indiana, sono i coordinatori del Rapporto del Gruppo G30, un forum di economia e finanza che propone soluzioni per la ristrutturazione ed il rilancio dell’economia post pandemia.

Sembra una battuta o una beffa, ma economia e pandemia fanno pure rima. Mentre l’attenzione dei media è tutta focalizzata sull’emergenza sanitaria, l’emergenza economica del dopo il vaccino sarà ancora più grave di quella sanitaria.

Il Rapporto G30 è focalizzato principalmente sulla situazione europea ma questa crisi economica, la più grave dopo la seconda guerra mondiale, non riguarda solo il vecchio continente, è infatti una crisi globale.

Il rapporto vuole essere una guida “molto autorevole” per coloro che hanno responsabilità istituzionali nella UE e nell’Eurozona e, in pratica, sembra assomigliare molto ad un manuale di istruzioni. I nodi toccati sono debito, credito, crescita e investimenti.

Le raccomandazioni più significative che vengono date sono da tenere molto in considerazione poiché possono farci intravedere a cosa andremo incontro.

I tassi di interesse rimarranno bassi per molto tempo, la crescita sarà strettamente legata a come verranno spesi i fondi del Next Generation EU con un’attenta analisi del debito pubblico dei singoli stati.

Tra gli altri suggerimenti troviamo quello di esportare modelli funzionanti da altri Paesi, evitare di replicare vecchie politiche fallimentari, creare bad-banks, analizzare minuziosamente ogni singolo progetto di ripresa, decidere quali aziende salvare e quali far fallire, ridimensionare banche e imprese e altro ancora.

Mario Draghi fa comunque intendere che nel suo pensiero economico la UE e l’Eurozona devono stare attente perché il debito non verrà cancellato né attenuato, la Banca centrale Europea a fine 2020 sta finendo i fondi, l’economia reale e gli investimenti saranno il motore della ripresa, il controllo delle istituzioni europee sui singoli stati sarà molto forte e l’Italia potrebbe facilmente diventare una “sorvegliata speciale”.

Quando ci dicono che il mondo post-covid sarà diverso, dobbiamo crederci, i piani sono già stati scritti e le rotte tracciate.

Resta il fatto che in mare aperto, come facevano i corsari nel 1600, si può sempre cambiare rotta. Comunque vada, nel 2021, ne vedremo delle belle.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
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