In merito alla normativa europea in materia di credito entrata in vigore ieri “il vero problema non riguarderà, in particolar modo, la nuova definizione di default, ma l’atteggiamento molto misurato che gli istituti di credito saranno obbligati a tenere a seguito delle disposizioni introdotte da questa misura sulla ”gestione” dei crediti deteriorati”. E’ quanto dice la CGIA. ”La nuova definizione di default – dichiara il segretario dell’associazione Renato Mason – costringerà le banche a tenere un comportamento molto prudente nei confronti delle famiglie e delle imprese. Con l’abbassamento della soglia di sconfinamento, infatti, registreremo una impennata dei crediti deteriorati. Per evitare di avere una mole eccessiva di Npl, Bruxelles ha imposto alle banche la svalutazione in 3 anni dei crediti a rischio non garantiti e in 7-9 anni per quelli con garanzia reali. E’ evidente che l’applicazione di queste misure indurrà moltissimi istituti di credito ad adottare un atteggiamento di grande cautela nell’erogare i prestiti, per evitare, nel giro di pochi anni, di dover sostenere delle perdite di bilancio importanti. Alla luce di tutto ciò, appare evidente che a partire da quest’anno per tantissime Pmi sarà molto difficile accedere al credito bancario”, conclude Mason.
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