Case riposo, la strage silenziosa. Ma non era la Lombardia ad aver deliberato di voler mettere lì i casi Covid dimessi dagli ospedali?

26 Marzo 2020
Lettura 5 min

di Cassandra – Bingo. Quella delibera dell’8 marzo, del tutto chiuso in Lombardia, aveva partorito un’idea. Questa. La deliberazione della Giunta regionale XI/2906 dell’8 marzo 2020, individua infatti le Rsa come strutture adatte ad accogliere i pazienti COVID post acuti per cure extra ospedaliere e “assistenza a bassa intensità”. Certo, devono avere  le condizioni giuste e cioè padiglioni e strutture organizzative (personale) separate dal resto della Residenza, avere medici e infermieri H24. Poi avere tutto il necessario di laboratorio per radiografie e ossigeno a go go. L’8 marzo la giunta Fontana ha stabilito che ogni due posti che si liberano uno viene tenuto per i pazienti COVID. Tutto chiaro?

Beh, a dire dall’evoluzione dei fatti, la questione si complica. Si complica in Lombardia ma non solo. Ci sono 300 mila anziani ospitati in 7 mila strutture in tutta Italia. Come vengono protetti?

Perché, a leggere i titoli di questi giorni, le case di riposo sono il peggior modo per uscire dal Covid. Anzi, ne esci, per sempre, con balzo letale accelerato. Le strutture per anziani si stanno dimostrando le più fragili e vulnerabili. Un bottino per il coronavirus.

Ops, ma com’è che non c’avevano pensato prima? Persino la Cei attraverso il proprio organo di informazione, Agensir, gridava aiuto, aprendo uno squarcio nel dramma. Operatori sguarniti, anziani esposti. Risposte, oltre che le conferenze stampa e i tamponi a politici, calciatori e vip?

Macché, considerate una zona franca, anzi, felice, nelle rsa ci si poteva mettere i dimessi dagli ospedali per liberare posti letto per altre emergenze. Una bella idea. Da un’emergenza all’altra. Non era il caso di pensare di blindare piuttosto la terza età più vulnerabile?

A Mediglia, parlano i 59 decessi in pochi giorni, nella residenza per anziani. Una strage. Ora di certo posti letto vuoti ce ne sono. Avanti il prossimo.

Ed ecco una breve, riassuntiva, esemplificativa rassegna stampa. Digitate su google case di riposo covid 19. E trovare una mesta Treccani di contagi, morti, crisi di personale positivo.

Ma siamo positivi, nel senso della fiducia. La speranza è l’ultima a morire. Se resta a casa.

Rassegna stampa

Cremonaoggi
17 marzo 2020

Malati covid ricoverati in case di riposo, ‘no’ dai sindacati
17 mar 2020 – La decisione della Regione Lombardia di utilizzare anche le case di riposo per anziani come strutture dove ricoverare i pazienti di Covid 19 …La decisione della Regione Lombardia di utilizzare anche le case di riposo per anziani come strutture dove ricoverare i pazienti di Covid 19 anticipatamente dimessi incontra la contrarietà delle associazioni sindacali dei pensionati, Spi Cgil, Fnp Cisl Uilp Uil. I sindacalisti di dicono “contrari a questa decisione e fortemente preoccupati dopo che l’assessore al Welfare ha dichiarato che questa è l’intenzione della regione Lombardia. Sappiamo che questa ipotesi è oggi contrastata anche dal mondo delle case di riposo”.

Agensir
18 marzo 2020
Coronavirus Covid-19: Uecoop, sos per 300mila anziani in case di riposo. “Rafforzare misure di sicurezza”

Con sempre più case di riposo investite dal contagio è allarme per oltre 300mila nonni ospitati in 7mila strutture da nord a sud dell’Italia. È quanto emerge da una analisi di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, su dati del ministero dell’Interno in relazione alla pandemia da Coronavirus che sta colpendo in particolare le fasce più deboli della popolazione. A fronte di morti e contagiati che si moltiplicano nelle case di riposo, da Medicina nel Bolognese a Barbariga e Quinzano nel Bresciano, da Merlara nel Padovano a Comeana in provincia di Prato, bisogna rafforzare – evidenzia Uecoop – le misure di sicurezza considerato che quasi 1 anziano su 3 è ricoverato proprio nelle zone epicentro del virus, fra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. La situazione è molto pesante e costringe ormai a lavorare in condizioni estreme – denuncia Uecoop – anche per le difficoltà a recuperare mascherine e indumenti protettivi per il personale delle Rsa. “Nella guerra al Coronavirus – evidenzia Uecoop – è fondamentale che gli operatori in servizio nelle case di riposo vengano dotati di tutti gli strumenti di protezione per tutelare sia la propria salute che quella degli anziani che devono accudire, la maggior parte dei quali sono non autosufficienti. Il focolaio in una casa di riposo – continua Uecoop – può trasformarsi in un dramma per i nonni ricoverati, per i loro parenti e per gli stessi operatori socio sanitari che li seguono ogni giorno”. Uecoop lancia infine un allarme guardando al futuro: gli anziani non autosufficienti raddoppieranno fino a quasi 5 milioni entro il 2030 con circa il 10% ricoverato in strutture specializzate per un settore che nei prossimi quindici anni, per garantire posti letto e assistenza, avrà necessità di investimenti fra i 14 e i 24 miliardi di euro.

(G.P.T.)

Ansa.it
19 marzo
Su 35 ospiti 25 positivi e 2 morti, contagiati anche infermieri e ausiliari

Covid-19, infezione dilaga in casa di riposo forlivese
Preoccupa nel Forlivese la situazione all’interno della casa di riposo ‘Pellegrino Artusi’ di Forlimpopoli. E’ grave, ma stazionaria nelle ultime 24 ore. Dei 35 ospiti attuali della struttura 25 sono positivi al coronavirus, altri due sono deceduti nei giorni scorsi. Colpiti anche otto fra infermieri e ausiliari; due di questi si trovano isolati in struttura sanitaria, mentre gli altri si trovano a domicilio. La casa di riposo è stata isolata dal resto della cittadina e si provvede a rifornirla di tutti i beni necessari.

Centropagina.it
Cingoli, Recanati e Corridonia: ospiti delle case di riposo e della rsa contagiati dal Covid-19
Dopo che una delle ospiti, poi deceduta giovedì 19, è risultata positiva al Covid-19 (diagnosticato al pronto soccorso dell’ospedale di Civitanova), il coordinamento sanitario della rsa ha richiesto l’immediata esecuzione dei tamponi a tutti gli ospiti e gli operatori della struttura; gli esiti, arrivati ieri sera (martedì 23 marzo), hanno evidenziato che 15 ospiti e 7 operatori sanitari della rsa sono positivi al virus.
24 marzo 2020

La Stampa
26 marzo
Ora si parla pure di trasformare, l’ipotesi è sul tavolo della Regione, alcune case di riposo piemontesi – le Rsa, in pratica le strutture per non autosufficienti – in posti letto Covid. L’ultima frontiera dell’assurdo sta mobilitando i sindacati. Che insieme hanno appena scritto alla Regione. «Seppur consapevoli della forte esigenza di diminuire la pressione delle strutture ospedaliere – spiegano in una lettera le sigle sindacali di Cgil, Cisl, Uil – riteniamo che i posti letto nelle residenze assistenziali per anziani non siano la soluzione». Il motivo è semplice: nessuna casa di riposo è dotata di padiglioni isolati che garantiscano la dovuta separazione fisica degli spazi.

Unionemonregalese
26 marzo
Fp Cgil, Cisl Fp e Fisascat Cisl, Uil Fpl e UilTucs hanno scritto in questi giorni al Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, all’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, e all’assessore regionale alle Politiche Sociali, Chiara Caucino, in merito ai contenuti di due distinte Delibere Regionali che rischiano di vanificare tutti gli sforzi fin qui fatti per contenere la propagazione del virus. «Seppur consapevoli della forte esigenza di diminuire la pressione delle strutture ospedaliere pubbliche in questo momento di straordinaria emergenza, riteniamo tuttavia che i posti letto delle Residenze sanitarie assistenziali per anziani (Rsa), non siano la soluzione».

Quotidianiomolise.com
26 marzo

CAMPOBASSO. Si è registrato un rialzo significativo nella serata di oggi, mercoledì 25 marzo, dei casi positivi al Covid-19 con il governatore, Donato Toma, che ha annunciato che sono 16 i nuovi contagiati nella casa di riposo di Cercemaggiore dopo aver processato i tamponi nelle ultime ore. I casi positivi in regione salgono, dunque, a 87 unità.

Lecceprima.it
26 marzo
Dramma Covid: casa di riposo senza personale: “Cerchiamo volontari”
SOLETO – Servono operatori socio sanitari. Servono medici. Servono infermieri. E servono con urgenza. A Soleto, la situazione della casa di riposo “La Fontanella” continua a essere molto delicata. L’ordinanza del sindaco Graziano Vantaggiato firmata ieri sera e indirizzata alla direzione generale dell’Asl di Lecce è servita, finora, a sollevare il problema in maniera forte, a livello istituzionale.“

Terzobinario.it
26 marzo
Covid 19, controlli a tappeto su case di riposo: lettera a prefetti e Comuni

“Una Lettera a prefetti e Comuni per controlli a tappeto su case di riposo, secondo le indicazione dell’Istituto Superiore di Sanità per la prevenzione e il controllo dell’infezione da Sars-Cov-2 in strutture residenziali sociosanitarie”. Questo quanto riferito su Salute Lazio.

Ottopagine.it
18 marzo
Anziani positivi al Covid-19. Casa di riposo in quarantena
Flumeri.
Coronavirus, casa di riposo in quarantena a Flumeri in Provincia di Avellino. Due gli anziani risultati positivi al Coronavirus e scatta la procedura di isolamento, per arginare il rischio della diffusione Covid-19. Il sindaco Angelo Lanza ha appena ricevuto la comunicazione dall’asl della positività di un secondo anziano, anch’egli ospitato nella casa di riposo.

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
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