Bankitalia attacca il rialzo prolungato dei tassi

8 Marzo 2023
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“La politica monetaria ha finora avuto successo nello stabilizzare le aspettative, ma “la grave situazione geopolitica rende molto difficile prevedere i futuri andamenti macroeconomici”. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in occasione della XIV conferenza Maeci-Banca d’Italia con i delegati e gli addetti finanziari accreditati all’estero.

L’incertezza è così elevata che come Consiglio direttivo della Bce abbiamo concordato di decidere ‘meeting by meeting’, senza forward guidance’ che avevamo seguito finora. Non apprezzo perciò dichiarazioni di miei colleghi circa futuri e prolungati aumenti dei tassi. La transizione necessaria: il futuro dell’energia, tra geopolitica e crescita sostenibile”.

“Non so, non sappiamo abbastanza. Per questo posso solo dire, ricordando Eugenio Montale, ‘ciò che non siamo, ciò che non vogliamo’, in questo caso non vogliamo un’inflazione alta e persistente”.

“La politica monetaria dovra’ quindi continuare a muoversi con prudenza, facendosi guidare dai dati che via via si renderanno disponibili, in modo da riportare l’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio periodo, senza mettere a rischio la stabilita’ finanziaria e minimizzando gli effetti negativi sull’ancora fragile ripresa”, ha affermato Visco. Per il governatore e’ necessario operare affinche’ “resti equilibrata ed intensa la cooperazione tra i Paesi”. “Le crescenti tensioni internazionali rischiano di riproporre nuove divisioni del mondo in blocchi contrapposti”, ha evidenziato Visco, sottolineando che “cio’ danneggerebbe seriamente la nostra capacita’ di affrontare i grandi problemi globali, dal cambiamento climatico agli squilibri demografici, dalla poverta’ estrema alle pandemie”. 

“Come è a tutti evidente, viviamo oggi un periodo di acuta incertezza. L’attività economica globale continua ad attraversare una fase di debolezza, mentre la crescita dei prezzi è tornata su livelli che nei paesi avanzati non vedevamo da quarant’anni”.

“Dal luglio scorso ad oggi, partendo da livelli particolarmente bassi, addirittura negativi per i depositi delle banche presso la banca centrale, i tassi di riferimento sono stati innalzati per complessivi 300 punti base ed è già stata espressa l’intenzione di accrescerli ancora di 50 punti nella riunione che terremo la prossima settimana”. Anche se la politica monetaria ha finora avuto successo nello stabilizzare le aspettative, la grave situazione geopolitica rende molto difficile prevedere i futuri andamenti macroeconomici – spiega ancora VISCO -. La politica monetaria dovrà quindi continuare a muoversi con prudenza, facendosi guidare dai dati che via via si renderanno disponibili, in modo da riportare l’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio periodo, senza mettere a rischio la stabilità finanziaria e minimizzando gli effetti negativi sull’ancora fragile ripresa. Sarà però necessario evitare che lo shock di offerta, che il drammatico conflitto in Ucraina ha reso ben più persistente di quanto inizialmente previsto, dia luogo nel complesso dell’area dell’euro ad aumenti dei costi del lavoro e dei margini di profitto non coerenti con il ritorno in tempi sufficientemente rapidi all’obiettivo di stabilità dei prezzi”. 

“Nonostante il fenomeno abbia caratteristiche simili, in particolare tra le principali economie, le sue cause prossime sono diverse – aggiunge -. Negli Stati Uniti il rialzo dell’inflazione ha riflesso soprattutto l’eccesso della domanda di beni di consumo alimentato dall’ingente stimolo di bilancio realizzato durante la pandemia. Vi si è aggiunta la peculiare dinamica del mercato del lavoro, dove i posti disponibili superano largamente le richieste di occupazione, con forti spinte al rialzo delle retribuzioni. In Europa, invece, l’inflazione è principalmente il risultato di shock da offerta: alle pressioni sui prezzi, già registrate nel 2021 anche a causa delle strozzature nelle catene globali del valore, si sono aggiunti i rincari energetici determinati dalle crescenti tensioni geopolitiche, culminate con l’invasione dell’Ucraina”.

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