Alta Velocità al Sud. Affidiamo i lavori ai Ladini

17 Giugno 2021
Lettura 1 min

di Pierluigi Crola – Da più di 50 anni faccio parte delle mie ferie in Ladinia, sulle Dolomiti. E dal momento che alcuni anni ci vado anche d’inverno a sciare, ho motivo di osservare il cambiamento di paesaggio ogni 6 mesi. E talvolta noto che nel giro di pochi mesi hanno fatto delle gallerie importanti per tagliare fuori i paesi, eliminare il traffico e quindi l’inquinamento nei centri abitati e velocizzare il tempo del viaggio. Un anno mi aspettavo l’ultima modifica, una galleria che completava un lungo percorso che tagliava fuori un paio di valli, e con mio grave disappunto ho notato che non era stato fatto nessun passo avanti. Stupito ho chiesto: “Come mai anche voi avete fallito?” mi è stato risposto che per la prima volta l’appalto non l’avevano vinto i Ladini, ma una ditta del profondo Nord, capovolgendo la carta geografica. Avevano platealmente sbagliato i conti per l’entrata e l’uscita della galleria.

Perché questa lunga premessa?

Per evidenziare che l’alta velocità al Sud è possibile, a tre condizioni:

  1. un ferreo federalismo che possa dare o ogni regione ciò che realmente le spetta, eliminando ogni assistenzialismo che spesso si traduce in finanziamenti nelle varie forme di criminalità organizzata (camorre, sacra corona unita, ‘ndrangheta e mafia);
  2. stanziamento dei caschi blu dell’ONU, dei Marines e di forze speciali per evitare ogni minima “interferenza” nei lavori;
  3. nominare un controllore dei conti e della regolarità degli appalti sotto scorta e in modalità protetta, come se fosse un pentito, onde eliminare qualsiasi condizionamento e tentativo di corruzione;
  4. affidare l’appalto ai Ladini.

Solo a queste condizioni potremo sperare che il Sud riparta.

Photo by Enrico Tavian

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