Togliere il voto agli anziani, come proponeva qualcuno, o togliere il voto a chi ha causato la morte degli stessi nelle RSA?

16 Aprile 2020
Lettura 2 min

di Stefania Piazzo – A provocazione e sarcasmo si replica con provocazione e sarcasmo. A volte serve per raccontare verità scomode. Le vittime più fragili del Covid sono gli anziani. E’ come pescare nella riserva di uno stagno, la giornata è garantita. Le rsa sono la riserva, la pesca a strascico è il frutto dell’inadempienza e incapacità di governare una epidemia, non della casualità.

Tra le tante morti legalizzate, autorizzate dal ligio rispetto di linee guida interpretate secondo diversi copioni, o di suggerimenti scientifici come non usare la mascherina per non generare panico, che speriamo non diventi una leggenda metropolitana ma una prova provata di responsabilità di chi doveva mettere in sicurezza i reparti, ebbene, in tutto questo scenario di umane miserie, ricordatevi che non è vero che uno vale uno.

Il voto di un anziano non conta, tanto quanto non conta la sua vita davanti all’inadeguatezza diabolica della sanità di alcuni manager.

Rileggiamo, per favore, quanto sosteneva Beppe Grillo nell’ottobre scorso, quando lanciò sul proprio blog una provocazione con tanto di sondaggio, che partiva da questa domanda: “Cosa dovrebbero fare le democrazie quando gli interessi degli anziani sembrano essere in contrasto con gli interessi delle giovani generazioni?”. Era il 18 ottobre 2019, non secoli fa.

“Privare il diritto di voto agli anziani, ovvero eliminare il diritto di voto ad una certa età”, per garantire “che il futuro sia modellato da coloro che hanno un reale interesse nel vedere realizzato il proprio disegno sociale“. In sintesi la domanda era e “Se togliessimo il diritto di voto agli anziani?“.

E qual è il disegno sociale? E’ quello degli attuali timonieri dell’emergenza? E’ la fotografia delle attuali rsa? Perché, sia chiaro, ai posti di comando ci deve stare l’eccellenza. E quali sarebbero gli interessi degli anziani in contrasto con gli interessi delle giovani generazioni? Quante modalità ha il bene comune?

Non far votare, per alcuni. Non spaventare gli ospiti delle rsa per altri. Insomma, una generazione illuminata decide il destino di altri. I loro diritti, la loro voce in capitolo, così come l’accesso alle cure che vuole dire una salute da difendere.

Togliamogli il voto. E anche la sicurezza sanitaria. Dove sta la differenza tra le due visioni di vita e di politica se è la discrezionalità il criterio guida della nuova democrazia?

Scriveva ancora Grillo che “sempre i dati ci dicono che gli anziani non amano particolarmente il progresso, scelgono risultati più ‘vicini’ al loro stile di vita”.

“Questi dati dimostrano senza ombra di dubbio che le decisioni prese dalle generazioni più anziane influenzano gli interessi delle generazioni più giovani e non ancora nate. Ma privare il diritto al voto dei cittadini più anziani sarebbe giusto?“, si domanda Grillo. “La prima opposizione sarebbe quella della discriminazione, fondata sull’età. Ma è falso – sostiene – affinché vi sia discriminazione vi deve essere un trattamento diverso tra due o più gruppi/identità basato su alcune caratteristiche arbitrarie”.

Ecco, il trattamento diverso fondato sull’età ed esercitato da chi ha più potere di un allettato c’è e lo stiamo registrando nelle rsa.

Togliamo i voti, togliamo le mascherine. Sono anziani, non interferiscano più. Quanto hanno influenzato gli anziani delle rsa le decisioni scellerate dei più giovani manager e che oggi pagano con la vita? Io il voto lo toglierei ai secondi. E voi? D’altra parte lo sospende già la legge dopo una sentenza passata in giudicato.

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Direttrice: Stefania Piazzo
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