Se paragonare una pandemia ai morti in guerra è un insulto all’umanità

18 Aprile 2020
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di Cassandra – Il commissario all’emergenza, Arcuri, ha paragonato le vittime della seconda guerra mondiale al Covid 19. Almeno per il numero di morti civili di Milano, inferiori 5 volte, ha detto, rispetto all’attuale pandemia.

Perché allora non paragonare i morti per l’epidemia di spagnola, nel primo ventennio del secolo: 50 milioni di vittime. Roba che il Covid sembra uno starnuto. E perché non paragonarlo a Hiroshima… O perché, ancora, non paragonarlo alla strage dei bambini di Gorla, caduti sotto il fuoco delle bombe americane? Sono stati meno rispetto agli 11.851 morti per Covid in Lombardia. Se per questo anche le vittime della rappresaglia delle Fosse Ardeatine.

L’umanità, durante la seconda guerra mondiale, patì il fascismo, il nazismo, i campi di sterminio. Poi ci furono le foibe… I morti non si contano, né si pesano. Sono tragedie incomparabili. Meglio lasciare alla storia la storia e a chi deve tirarci fuori dall’emergenza, l’emergenza. Fate bene, in fretta, e lasciate stare i morti.

Ridimensionare 5 anni di conflitto mondiale per dare un monito ad un governatore di regione che ha la fregola di ripartire, non si fa. Sarebbe come comparare i milioni di morti di malaria nel mondo e anteporli numericamente alle vittime della seconda guerra. O come contare i soldati che riposano nei sacrari per dire quale fu la peggior carneficina della storia.

La storia non è una proporzione della politica. E dei commissari nominati dalla politica.

Photo by Atijn Swinnen

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