Rognoni, il libro sulla storia delle idee della Lega. Le origini e i cambiamenti

10 Maggio 2021
Lettura 4 min

Con piacere riceviamo notizia dell’ultimo lavoro dell’amico Andrea Rognoni, un libro per capire e studiare e approfondire ciò che la Lega ha rappresentato e rappresenta ancora oggi nel Paese. Una storia politica di un cammino politico, oltre i pregiudizi, i giudizi. Una storia che racconta la storia. Ecco la premessa al volume, che già illustra il metodo di lavoro. Lo leggeremo con attenzione, perché la questione settentrionale e il federalismo sono nervi scoperti del sistema, braci accese, nodi irrisolti. Chissà perché… (redazione).

Questo libro rappresenta il primo tentativo scientifico in Italia di ricostruire, in chiave storica ed in termini di estrema
articolazione riflessiva, la filosofia che ha alimentato e tuttora sorregge le varie scelte politiche e sociali attuate dal movimento leghista, assurto recentemente a primo partito nelle intenzioni di voto degli italiani.
Una storia che parte da lontano, attraverso la semina moderna delle ragioni del federalismo, per approdare, nell’ultimo quarto del Novecento, ad una progettualità di forte impronta identitaria, cadenzata su chiare rivendicazioni territoriali e spirituali, riemerse con forza all’esatto tramonto delle maggiori ideologie del 1800 e 1900, votate al dissolvimento o al ripiegamento su una sterile accettazione del mondialismo.


Le idee dei padri nobili quali Carlo Cattaneo e Gaetano Salvemini lasciano così il posto dapprima al macroregionalismo di Gianfranco Miglio ed al padanismo di Gilberto Oneto, per configurarsi poi anche in assiomi di carattere etico e prescrittivo derivanti dalle esperienze politiche di opposizione e di governo della Lega, dalla matrice bossiana a quella salviniana. Va così progressivamente strutturandosi, anche grazie all’apporto di altri interessanti maestri di pensiero, una proposta organica, in grado di concepire un tipo di statualità alternativa a quella tipica della prima e della seconda repubblica italiana, basata sul recupero della sovranità rispetto all’Europa, su una organizzazione realmente federale e sulla difesa delle radici autenticamente cristiane, sulla salvaguardia dei confini nonché sul rilancio delle nostre lingue e delle culture locali.

Ne esce l’immagine di un movimento ormai maturo, per nulla condizionato dalla casualità o dall’azzardo, in grado di
rispondere con estrema puntualità alle obiezioni mosse da avversari e detrattori, in nome di un modello di società più
rappresentata ed equilibrata. Esiste insomma un solido “pensiero leghista”, una capillare filosofia in grado di guidare con onore, riconoscimento e ampio consenso, il Paese del futuro.

Lo scopo di questo libello è dimostrare che esiste un pensiero leghista e che il leghismo non è solo una realtà politica ma anche metapolitica, filosofica e spirituale.

La nascita, lo sviluppo e l’esito in Italia del fenomeno politico denominato “leghismo” sono stati ritenuti spesso dall’opinione pubblica, specie quella legata ad un certo tipo di massmedialità, come fattori originati da determinati condizioni economiche, psicologiche e sociali, dietro alle quali non esisterebbe alcuna programmazione o valutazione razionale ma semplicemente alcuni interessi materiali o istinti xenofobi che si coprono per convenienza di idealità di carattere identitario. Il riconoscimento della notevole capacità politica dei suoi due leader, Bossi e Salvini, così diversi e complementari, nonché di altri personaggi rilevanti e dominanti come Maroni, Calderoli, Giorgetti, etc. , non ha portato all’ammissione dell’esistenza di una visione del mondo di una assoluta dignità, che avrebbe generato, radicandosi in profonde ideologie, simili forze e strategie operative di successo.

Dietro alla scusa della “fine della storia” e del riconosciuto crollo delle idee politiche ad essa conseguente, si sono accodati anche comodi giudizi che hanno liquidato il federalismo leghista ed ora lo stesso sovranismo come una forma faziosa di contrapposizione al centralismo romano o alla burocrazia europeista, ispirata al massimo da una sana volontà di ridistribuzione geografica delle ricchezze regionali o nazionali. Quando sono emerse idee nuove attraverso politici o uomini di cultura afferenti al movimento, la stampa e la televisione hanno minimizzato il fenomeno, facendo abilmente intendere che si trattava di vecchie ideologie rivisitate per l’occasione oppure di strani balbettii ben poco inerenti alla prassi politica della Lega, improntata più all’azione che al pensiero, alla destabilizzazione più che alla costruzione di un mondo migliore. Peraltro alcuni intellettuali stessi vicini alla Lega hanno mostrato eccessivo scetticismo nei confronti dei mezzi di comunicazione, preferendo media alternativi o “splendidi isolamenti”, che purtroppo non hanno permesso al grande pubblico di conoscere il loro ottimo livello di approfondimento culturalfilosofico.

Altre volte i toni usati dalle persone in questione, forse per buona fede o paura di incoerenza, sono risultati di sfida frontale ed eccessiva nei confronti delle istituzioni, tanto da farli apparire, ad una opinione pubblica abilmente guidata dai poteri forti ed ossequiente in sublimine al grande ordito mondialista, come dei “barbari prepotenti” o degli agitatori “pseudofascisti” o “sfascisti”, strafottenti perfino nell’inventarsi una nuova lettura della storia e della società a puro uso e consumo del teatrino della politica.

Si tratta ora pertanto di ridimensionare una volta per tutte la convinzione generale di una scarsa attitudine filosofica e culturale del leghismo.

Al contrario, il fenomeno leghista è stato uno dei pochi avvenimenti politici degli ultimi quaranta anni che sono nati e cresciuti sopra un fertile terreno di riflessione, con una visione della realtà che appare congruente e rifondante nella sua complessa articolazione, introducendo tematiche nuove rispetto alle ideologie di altri movimenti politici che si sono dati nomi nuovi ma hanno mantenuto vieti fondamenti concettuali.

Si può dire anzi che la mantenuta pressione verso un volto pragmatico e decisionista costituisca una scelta strategica che ha teso a dilazionare nel tempo e nelle forme la sostanziosa portata della struttura concettuale, che non sarebbe stata colta nella sua ampiezza e profondità se avesse assunto la morfologia del Moloch ideologico ed uno stile dall’ eloquio retorico fatto di compostezza e digeribilità.

Tutto questo non significa che quello che è stato deciso sia nato sempre da una meditazione accurata della base concettuale, il che ha generato talvolta errori e scelte avventate, forse proprio nei frangenti in cui è venuta meno la consapevolezza di portare avanti un progetto ben preciso. Ma tale imperfezione si è registrata comunque presso qualsiasi formazione politica, anche in quelle che hanno sempre vantato il fatto di possedere un robusto presupposto di carattere intellettuale.

Questo libro, nel suo piccolo, vuole finalmente dimostrare che esiste e resiste, pur evolvendosi continuamente nel tempo, una chiara Cultura del Leghismo, un insieme organico di idee e riflessioni da valutarsi compiutamente, dalle origini ad oggi.

(dalla Premessa al volume)

ANDREA ROGNONI, docente, saggista, linguista e giornalista, da sempre protagonista del mondo identitario, dirige dal
2001 il Centro Regionale delle Culture Lombarde.


Ordini diretti: ITALIA Storica – Telefono: 010 8983461 – E-Mail: italiastorica@hotmail.com
Distribuzione: LibroCo Italia – Web: https://www.libroco.it

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
Hosting: Stefania Piazzo

Newsletter

Iscriviti alla nostra Newsletter!

Servizio Precedente

Sileri: via la mascherina quando avremo 30 milioni di vaccinati

Prossimo Servizio

Stallo indipendentista – Catalogna, Erc rompe negoziazioni con JxCat su nuovo governo

Ultime notizie su Cultura

TornaSu