Pompei – Eccezionale apertura, il museo di Stabiae torna a vivere dopo 30 anni di indefinibile chiusura

24 Settembre 2020
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E’ intitolato a Libero d’Orsi, l’archeologo che negli anni ’50 studio’ il territorio con grande amore scoprendo le prime ville patrizie, il nuovo museo dell’area archeologica intorno a Pompei, quella di Stabiae, l’attuale Castellammare di Stabia, in epoca imperiale territorio di insediamento dell’alta nobilta’ romana. Il nuovo spazio museale e’ negli storici ambienti della Reggia di Quisisana, e permette di conoscere un patrimonio custodito negli ultimi 30 anni in depositi non visitabili. Il percorso museale, curato dagli specialisti del Parco Archeologico di Pompei, offre un quadro complessivo di Stabiae e del suo ager dall’eta’ arcaica fino all’eruzione del 79 dopo Cristo. Le prime sale sono pero’ dedicate alla storia della Reggia e delle ricerche archeologiche, soprattutto quelle di epoca borbonica e poi proprio quelle di d’Orsi. Ci sono poi le collezioni della Stabia preromana, in particolare materiali che vengono dal santuario in localita’ Privati, datati da meta’ IV secolo a.C. fino alla fine del II secolo a.C., riferibile al culto di una divinita’ femminile non meglio identificata; e i corredi funerari della necropoli arcaica di via Madonna delle Grazie, che risalgono alla seconda meta’ del VII secolo a.C. fino alla fine del III secolo a.C.. 

Il periodo romano, fino appunto ai giorni dell’eruzione del Vesuvio, e’ ricostruito con un criterio espositivo non solo cronologico ma anche topografico e attraverso approfondimenti tematici. Infatti nell’area dell’odierna Castellammare di Stabia sorgevano ville cosiddette d’otium in posizione panoramica, con giardini, peristili, ampi quartieri abitativi, strutture termali, portici e ninfei splendidamente decorati. Tra i reperti esposti, quelli che provengono da Villa San Marco ma anche la Villa del Pastore, dal Secondo complesso e da Villa Arianna. Villa San Marco aveva una superficie di 11000 metri quadrati ed era una delle piu’ grandi, mentre Villa Arianna e’ quella con le decorazioni piu’ raffinate. In questa sezione, c’e’ un primo approfondimento tematico dedicato all’alimentazione ed e’ esposto il triclinio della villa di Carmiano, una delle 50 ville rustiche sul territorio, allestito con piatti di terracotta, oggetti di vetro, vasellame da cucina e anfore. Esposte anche le pareti affrescate di questo triclinio, pitture a tema dionisiaco che si riferiscono alla produzione del vino, attivita’ principale proprio in questa villa rustica. Ma tra i reperti che possono essere di nuovo visti, c’e’ anche il carro in bronzo di Villa Arianna, esposto per la prima volta con i finimenti per gli animali, approfondimento tematico sui lavori agricoli e sulle produzioni tipiche del territorio stabiese, illustrato anche con un campionario di attrezzi e anfore. Previsto anche un ampliamento del percorso espositivo. Di alcune ville poi viene proposta la ricostruzione completa di ambienti fin dalla decorazione parietale. “E’ un momento storico perche finalmente riusciamo a dare un utilizzo dignitoso a questo contenitore straordinario – spiega Massimo Osanna, direttore dei Musei italiani – finalmente restituiamo alla comunita’ un patrimonio per troppo tempo chiuso in casse e che andava all’estero ma che qui non poteva essere fruito. E’ stato anche fatto un piccolo miracolo, riutilizzando antiche vetrine dell’Antiquarium degli anni ’50”. Per la seconda parte del museo, di cui deve iniziare la progettazione, anticipa Osanna, “c’e’ un’ala del primo piano che sara’ destinata a nuova sezione. E faremo serie di convenzione con le universita’. Questo luogo si deve popolare di turisti, visitatori, studenti docenti, cittadini”. 

Photo by Iwona Castiello d’Antonio

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