di Carlo Andreoli – Il mondo dell’università rischia, dal prossimo anno, di avere 10.000 iscritti in meno su tutto il territorio nazionale.
Sono tempi duri, molto duri per il mondo accademico e quello della ricerca.
Chi vi scrive è un rappresentante degli studenti che vive ogni giorno l’abbandono da parte delle istituzioni, nei confronti del mondo universitario. In Italia, anche se con ritardo, si è cercato di far ripartire tutto: ristoranti, imprese, discoteche ma di un tema così importante come quello dell’università nessuno vuole occuparsene.
L’imminente calo di iscritti, non sarà dovuto alla paura di contrarre il Covid ma ad un terrificante ed “assordante” Silenzio, da parte del Governo. Sembra di vivere in un film fantasy ma purtroppo, al momento, questa è la triste e cruda realtà.
Ci troviamo con Atenei abbandonati a se stessi, senza linee guida precise sia sull’erogazione della didattica, sia sull’organizzazione per una possibile ripartenza in forma ibrida.
Non dimentichiamoci che in moltissime città d’Italia gli studenti rappresentano il motore economico locale, sottovalutare questo lato del mondo accademico significa non avere una visione chiara della ripartenza.
L’Università deve ripartire, al più presto, per il bene dell’Italia.

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