di Giuseppe Rinaldi – Forse alcuni non lo sanno, ma ci fu un tempo in cui il mercato dei dischi era diviso tra il vinile a 78 giri, ormai al tramonto e il nascente 45 giri più piccolo e più gestibile, tanto che fu creato, per il suo uso, il comodo e portatile “mangiadischi”.
Non c’era festicciola domestica in cui l’impegno per i ragazzi fosse: uno, portare una ragazza; due, recuperare dischi con canzoni del momento. Al primo imperativo si rispondeva convincendo una sorella o una cugina e, qualche volta, ricorrendo a una conoscente con genitori di “larghe vedute”, col rischio di vederla accompagnata dalla mamma. Per i dischi non c’era problema, ne arrivavano a decine, tutti col nome del proprietario scritto sull’etichetta.
Ecco, in questo clima, tra un turbinio di terzine dalle Alpi ai Peloritani, la rossa Milva iniziò a farsi conoscere al grande pubblico dei tele utenti e, di conseguenza, agli utilizzatori dei 45 giri, le cui classifiche di vendita marcavano il destino di un artista.
La cantante sposò il suo pigmalione, Maurizio Corgnati, che l’aveva trasformata da cantante in diva. Avevano 22 anni di differenza e si chiacchierò molto in proposito, così come avvenne quando si lasciarono nel 1969. Il loro matrimonio si celebrò in quello stesso 1961 in cui Marylin Monroe si separò da Arthur Miller (altre chiacchiere). Non tutti seguono il destino del prof. Iggins di My Fair Lady.
Non è per raccontare la vita dell’artista, che è su tutti i giornali, che scriviamo queste note, ma per rammentare che con lei va via un altro pezzo dell’Italia delle grandi trasformazioni, musica compresa. Il cuore non faceva più rima con amore, ma si volava con un’improbabile faccia dipinta di blu, mentre una mandria di zebre a pois attraversava la Penisola alla ricerca di una tintarella di luna.
Poco alla volta il ballo del mattone lasciava il posto a separazioni consensuali in fatto di danza. Ognuno per i fatti suoi ci si ritrova all’uscita.
Milva è stata testimone del suo tempo senza però indulgere verso innovazioni troppo marcate, al punto che se pure indossava quattro vestiti, di quattro colori per quattro stagioni, lo faceva su una linea melodica classica.
Cantante e attrice, teste del boom economico e dell’auto per tutti, come al Cantagiro. Il suo mare nel cassetto ha fatto compagnia a quanti il mare non l’hanno più visto per anni, giacché l’emigrazione aveva solo rallentato la sua corsa verso il nord.
Un piccolo pezzo di gioventù che va via con Lei.