Mal d’Africa. Clima, conflitti, Covid

2 Dicembre 2020
Lettura 1 min

di Marcus Dardi – C’è un continente a poche miglia marittime a sud di noi, tra la Sicilia e la Tunisia ci sono solo 343 miglia nautiche, di cui si parla poco ma che preme contro di noi come un macigno: l’Africa.

Si parla sempre di più di cambiamenti e delle sue conseguenze su tutti noi. Il tema è serio e, se da noi, avendo un clima più temperato, ne avvertiamo meno i danni, in Africa il problema è drammatico.

L’Africa subsahariana è la zona del mondo più colpita da questo fenomeno. I dieci anni più caldi di sempre, con un innalzamento medio di 1,5°C, si sono verificati tutti nel periodo 2005-2020.

La scorsa settimana la Somalia ha subito i danni di un potentissimo ciclone, il primo della sua storia. In due giorni ha ricevuto piogge equivalenti al volume di tutto l’anno precedente, distruggendo tutto e inquinando in modo irrecuperabile le riserve di viveri e molte infrastrutture.

Problemi simili si avvertono anche in Zambia, Mozambico, Zimbabwe, Camerun, Nigeria e in molti altri stati ancora.

La malaria è in aumento, e supera i 400mila decessi all’anno, tutti gli anni.

L’Africa ha 1 miliardo e 350 milioni di abitanti, con una nascita ogni mezzo secondo. Nel 2050 supereranno i 2 miliardi. Il suo territorio è grande 3 volte quello europeo e possiede una ricchezza infinita di materie prime che i cinesi si stanno accaparrando con insediamenti di popolazione cinese e forti investimenti.

Per la parte più povera dell’Africa, quella subsahariana, si parla oggi di zona a 3C: cambiamenti climatici, covid19 e conflitti. Lì la povertà è estrema.

Lavorare per uno sviluppo sostenibile sembra essere l’unica strada percorribile per invertire questa situazione.

Ma un Sole sereno tornerà mai a risplendere su questo mondo?

https://youtu.be/Y-xHx3GTcdc

Photo by Annie Spratt

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