di Luigi Basso – I pentastellati (spoiler: i cinesi che hanno 5 stelle sulla bandiera) sono finalmente riusciti, con circa 50 anni di ritardo, a mandare una navetta telecomandata sulla Luna, a prendere un po’ di rocce lunari e a piantare una bandierina di tessuto.
Il clamore suscitato in Europa dalla notizia, se raffrontato con la pochezza del fatto, dimostra innanzitutto il totale asservimento della stampa europea alle logiche della propaganda cinese.
L’allunaggio della sonda Chang’e 5 è stato dipinto come l’alba di un nuovo capitolo nella storia delle esplorazioni umane del cosmo: tuttavia, dalle notizie che abbiamo della missione, l’attività della sonda fa parte del bagaglio scientifico di USA e URSS fin dagli anni 60.
Peraltro, l’impettita esibizione di orgoglio per l’impresa da parte dei funzionari cinesi del partito comunista dimostra quanto siano indietro – per ora – dal punto di vista tecnologico.
La Cina ha potuto impressionare l’immaginario collettivo occidentale attraverso un’abile azione propagandistica portata avanti all’estero dai loro alleati e fiancheggiatori: tuttavia, quando si mette alla prova la reale capacità cinese, come nel caso della conquista dello spazio, si notano evidenti arretratezze.
Probabilmente hanno ragione alcuni analisti che affermano che oggi la Cina sul piano militare sia facilmente affrontabile.
Il fatto della Chang’e 5 pone comunque, in prospettiva, la necessità di rivedere il Trattato Internazionale sullo Spazio Cosmico, nato in un’altra epoca storica e oggi obsoleta.