La preside di Roma e la vicenda con lo studente. Nel vero marasma c’è la scuola, con i suoi dirigenti isolati e il suo ferreo sistema di ispezioni

7 Aprile 2022
Lettura 1 min

di Sergio Bianchini – “La preside e lo studente. Gli unici a fuggire i riflettori, gli unici che sanno mentre tutti gli altri raccontano sentito dire, “mozzichi e bocconi”. (…) Lei – funzionario dello Stato soggetta a una deontologia ferrea e per giunta in prova – nel tritacarne, ieri convocata al Miur per dare la sua versione all’ispettore dell’Ufficio scolastico regionale in merito alla presunta storia con un ragazzo, maggiorenne, dell’ultimo anno. E A.S. giovane di belle speranze, eccellente pagella, «ha vinto anche un certamen» che ha smesso di parlare (…), Il garante per la Privacy ha disposto il blocco d’urgenza della diffusione delle chat, «nulla aggiungono»“.

Ecco uno dei numerosi quadri che circolano (preso da internapoli.it) sulla vicenda del liceo di Roma. Descrive perfettamente il marasma in cui versa la scuola italiana.

In teoria una relazione tra maggiorenni seppur di età molto diverse sarebbe del tutto legale, Macron insegna, ma qui ci sono mille tensioni sotterranee e trasversali. La preside è nell’anno di prova e si trova in mezzo ad una occupazione. L’allievo eccellente (e per questo probabilmente isolato dai compagni) le offre sostegno e lei lo accetta con simpatia e gratitudine.

E il “ferreo” sistema gerarchico della scuola manda un’ispezione.

Che ridere! Che piangere!

In realtà il ferreo sistema scolastico non fa nulla, non prima non durante non dopo gli “scandali”. Che danno sempre luogo a interminabili e infinite diatribe dove tutti i soggetti della scuola dicono e negano, svelando un sottobosco di illazioni che dalle retrovie della rituale seriosa e spossata quotidianità scolastica emerge prepotentemente e la infrange.

Non sarebbero azzerati automaticamente tutti i ridicoli fatti attuali se la dirigenza della scuola avesse un rapporto frequente e chiaro con il comitato genitori e con il comitato alunni?

E non sarebbero eliminate immediatamente le tremende ansie da solitudine dei presidi se ogni 30 o 40 di essi ci fosse un superpreside anziano con la funzione di coordinatore territoriale? Questi, in frequenti incontri di routine garantirebbe a tutti i sottoposti sia il sostegno, il consiglio individuale ed anche i confronti necessari e massimamente risolutivi tra colleghi con esperienze diverse.

Ma “il ferreo” sistema scolastico non fiata e soprattutto non gestisce e non organizza niente. Serioso e impotente continua a nascondersi e a lanciare da dietro le quinte sospiri e dichiarazioni di ossequio e dedizione verso l’assoluta importanza della scuola.

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