La mascherina non si mette su occhi e orecchie

29 Agosto 2020
Lettura 2 min

di Giuseppe Longhin – Due dati dovrebbero essere sufficienti per alcune riflessioni che mi piacerebbe condividere con il lettore: la tabella dell’Istituto Superiore di Sanità e il numero di tamponi effettuati a Malpensa. La tabella, aggiornata al 22 luglio scorso, evidenzia i casi di mortalità suddivisi per età. I morti in Italia con età da 0 a 9 anni sono 4, quelli da 10 a 19 zero. I tamponi effettuati a Malpensa il 25 agosto sono stati 8000, positivi 22, lo 0,27%. Eppure televisione, stampa e soprattutto Governo e Regioni, ci sommergono di notizie e titoli inerenti alla attuale drammaticità del virus instaurando volutamente un clima di terrore.

Perché? Perché si parla da settimane del problema scuola se i morti in quella fascia di età praticamente non ci sono e vediamo genitori bardati di mascherine, per lo più indossate male, con in braccio bambini di 2 o 3 anni, sorridenti alla vita, senza nessuna protezione? Precauzioni sì, catastrofismi no grazie.

Perché gli insegnanti dicono di essere terrorizzati se l’ambiente scolastico statisticamente è quello più sicuro in cui ci si possa trovare? E’ forse meno a rischio un centro commerciale? Un treno? Un ospedale?

Se a Malpensa, Lombardia, zona più a rischio in Italia per numero di contagi, la percentuale è dello 0,27% e, presumibilmente, nelle altre regioni sarà ancora più bassa, perché si fa passare il “distanziamento sociale” nelle scuole come panacea indispensabile alla salute dei nostri figli?

“L’Italia non riparte se non riparte la scuola” è poi una affermazione per me incomprensibile. Non le aziende, non le attività commerciali, ma la scuola passa come azione fondamentale con cui si giustificano centinaia di milioni di euro di spesa per la tutela di un ambiente che di suo è già autotutelato. Non è negazionismo, i dati riferiti al Covid sono verificabili e leggibili da chiunque, ma il dubbio che, fantasiosi complottismi a parte, si voglia approfittare dell’italianità per distruggerci è sempre più forte. I provvedimenti come bonus monopattini e vacanze e le percentuali delle spartizioni sud, centro e nord di ogni contributo stanziato o in arrivo dall’Europa per la crisi economica causata dal virus confermano l’intenzione di livellare verso il basso lo stato sociale e imprenditoriale italiano.

Tabella tratta da https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia?fbclid=IwAR2vcEoIOftvdtEnjyEM71wCtr1__VbkIKQ9bDtb_y8050tiFm2f0AtYZpU

Questo è un dato poco contestabile: non ci fanno lavorare, ci terrorizzano e ci inculcano l’isolamento come speranza di sopravvivenza. Non ci fanno e non ci faranno votare e quella che sembrava una delle tante utopiche farneticazioni di Beppe Grillo “ Se sostituissimo le elezioni con il sorteggio e rendessimo il nostro parlamento veramente rappresentativo della società, significherebbe la fine dei politici e della politica come l’abbiamo sempre pensata» ci fa ora comprendere che, forse, dovremmo volerci più bene e tenere la mascherina su naso e bocca ma togliercela dagli occhi e orecchie.

Giuseppe Longhin, imprenditore e lettore

Photo by Sharon McCutcheon 

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